Nei mesi scorsi ignoti avevano fatto irruzione nella sua abitazione. Si è occupato di mafia

In fiamme l’auto del giornalista Francesco Scollo

CALTAGIRONE (Catania) – Prima uno scoppio, poi una forte esplosione che ha innescato l’incendio che ha avvolto e distrutto l’autovettura di Francesco Scollo, 38 anni, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine di Sicilia dal 24 marzo 2007.
È accaduto ieri sera a Caltagirone, ai danni del cronista del giornale on line “LiveSicilia” e del mensile “S”, che aveva parcheggiato l’auto nei pressi della propria abitazione. I vigili del fuoco hanno domato l’incendio ed i carabinieri stanno vagliando le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona per accertare chi si è avvicinato al veicolo prima dell’incendio.

Giulio Francese

L’Ordine dei giornalisti di Sicilia, presieduto da Giulio Francese, nel manifestare la propria vicinanza al collega Francesco Scollo, denuncia «un attentato inutile e vigliacco. Vigliacco perché consumato nel buio della sera, dopo che Scollo era rientrato a casa dopo la sua puntuale giornata di lavoro; inutile perché siamo certi che il collega non si lascerà intimidire, proseguendo nel percorso che ha imboccato della ricerca della verità e del contrasto al malaffare».
L’Odg Sicilia si schiera al fianco di Francesco, lo invita a «tenere duro e chiede alle forze dell’ordine di dare una risposta a chi intende tacitare in tal modo chi svolge il mestiere di informare».
Nell’eprimere vicinanza al cronista, «vittima di segnali inquietanti», il deputato Eugenio Saitta (M5S) ricorda che «nei mesi scorsi ignoti hanno fatto irruzione nella sua abitazione. Due fatti che messi insieme destano preoccupazione. Il cronista ha lavorato sempre con abnegazione e passione raccontando i diversi aspetti del crimine organizzato nel Calatino. A lui, alla sua redazione va la mia solidarietà».
Dal canto suo, il presidente della sezione catanese dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani, Filippo Romeo, chiede che si faccia subito «chiarezza sull’incendio e se venisse accertata la natura dolosa del rogo si individuino e puniscano gli autori del vile gesto».
«Se dovesse essersi trattato di un tentativo di intimidazione – afferma Romeo – nessuno pensi di mettere a rischio, con atti violenti che rappresentano un attacco alla democrazia, il diritto alla cronaca e all’informazione». (giornalistitalia.it)

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