Il Parlamento europeo: “No a tentativi di soppressione di critica e pluralismo”

In Europa la libertà dei media è in declino

BRUXELLES (Belgio) – «No a tentativi di soppressione di critica e pluralismo». Il Parlamento europeo esprime profonda preoccupazione per lo stato della libertà dei media nell’Unione Europea e denuncia le violenze, gli abusi e la pressione cui devono far fronte i giornalisti.
In una risoluzione non legislativa, approvata con 553 voti favorevoli, 54 contrari e 89 astensioni, il Parlamento condanna, infatti, «i tentativi dei governi di alcuni Paesi UE di ridurre al silenzio i media critici e indipendenti e di compromettere la libertà e il pluralismo dei media».
I deputati, particolarmente preoccupati per lo stato dei media di servizio pubblico in alcuni paesi, dove questi sono diventati «un esempio di propaganda filogovernativa», sottolineano che «la libertà, il pluralismo e l’indipendenza dei media e la sicurezza dei giornalisti sono elementi fondamentali del diritto alla libertà di espressione e di informazione e sono essenziali per il funzionamento democratico dell’UE».
Il testo evidenzia che «la libertà dei media ha subito un deterioramento negli ultimi anni» e che «l’epidemia di Covid-19 ha aggravato tale deterioramento».

Daphne Caruana Galizia

Il Parlamento europeo osserva che «vi sono state, con sempre maggior frequenza, intimidazioni sistematiche con l’obiettivo di mettere a tacere i giornalisti» e cita gli omicidi di Daphne Caruana Galizia e di Ján Kuciak e della sua compagna come esempio dei rischi che corrono i giornalisti investigativi. Invita, inoltre, le personalità pubbliche ad astenersi dal denigrare i giornalisti e pone l’accento sull’obbligo giuridico di indagare su tutti gli attacchi contro questi ultimi, evidenziando che le giornaliste sono particolarmente vulnerabili e pertanto dovrebbero beneficiare di ulteriori misure di salvaguardia.
I parlamentari europei denunciano anche il “pluralismo a rischio” a causa di un’eccessiva concentrazione dei media. Nella risoluzione si osserva, infatti, che «quando la proprietà dei media è concentrata nelle mani di pochissimi si mette a rischio il pluralismo e diventa più difficile contrastare la diffusione della disinformazione».

Ján Kuciak

Il Parlamento chiede ai Paesi dell’UE di «agire per evitare l’eccessiva concentrazione dei media e garantire la trasparenza». I deputati condannano, inoltre, «l’eccessiva interferenza dei governi esercitata attraverso la concessione di pubblicità pubblica e sottolineano che il denaro dell’UE non può essere speso per i media controllati dallo Stato o per la propaganda politica».
Il Parlamento invita la Commissione europea a «esaminare, nella sua valutazione annuale dello Stato di diritto, il livello di trasparenza della proprietà degli strumenti mediatici, così come l’interferenza privata e governativa in questo settore, in ogni Stato membro». Ribadisce, inoltre, che «i tentativi di danneggiare la libertà e il pluralismo dei media costituiscono un grave e sistematico abuso di potere, che contrasta con i valori fondamentali dell’UE».

Il Parlamento Europeo a Bruxelles

Altro capitolo quello relativo all’incitamento all’odio online e alla disinformazione. I deputati chiedono di «potenziare il quadro giuridico per prevenire e contrastare l’incitamento all’odio online, nonché una maggiore collaborazione tra le piattaforme online e le autorità di contrasto. Riconoscendo «l’impatto, promettente e necessario, sebbene ancora insufficiente, delle azioni volontarie» adottate dalle piattaforme online «per contrastare la disinformazione, i contenuti illeciti e l’ingerenza estera», i deputati sottolineano che, tuttavia, «non devono diventare organi di censura privati» e l’attività di rimozione dei contenuti illegali «deve essere soggetta a garanzie».
Infine, il testo approvato sottolinea le «preoccupazioni relative all’influenza estera che cerca di polarizzare e annientare il pluralismo e mette in guardia dalle conseguenze potenzialmente pericolose della manipolazione delle informazioni concernenti la pandemia di Covid-19».

Magdalena Adamowicz

«Oggi – ha dichiarato la relatrice Magdalena Adamowicz (Ppe, Pl) – assistiamo al ritiro della democrazia, alla presa di potere con la menzogna. Non c’è libertà senza l’indipendenza dei media, non c’è democrazia senza il pluralismo dei media. I media dovrebbero servire la verità, non la menzogna. Dovrebbero servire gli elettori, non chi è al potere, dovrebbero essere un modo per monitorare il potere. I media dovrebbero proteggere la democrazia, ma i media possono anche ucciderla. Ecco perché devono essere indipendenti». (giornalistitalia.it)

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