MILANO – “La Procura di Milano apre un’inchiesta per usura, al momento a carico di ignoti, sulla cessione nel 2013 della sede storica del Corriere della Sera al gruppo americano Blackstone per 120 milioni di euro, ma subito riaffittata alla stessa società editrice del quotidiano ad un canone di 10,4 milioni circa l’anno”.
A rendere nota la notizia è lo stesso Corriere della Sera, con un articolo di Giuseppe Guastella, il quale riferisce che, venerdì scorso, i militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano si sono presentati nella sede della Rcs, in via Rizzoli a Milano, con un ordine di esibizione di atti firmato dal sostituto procuratore Antonia Pavan, che fa parte del dipartimento diretto dall’aggiunto Laura Pedio.
Il Corriere della Sera assicura che “entro una settimana, Rcs consegnerà i documenti sul passaggio della proprietà della sede di via Solferino 28, dove si trova la redazione del quotidiano. Della struttura fa parte anche la palazzina costruita nel 1904, opera dell’architetto Luca Beltrami, che da oltre cento anni ospita la redazione del Corriere della Sera e che rappresenta un simbolo e un punto di riferimento per i milanesi”.
“L’inchiesta – ricostruisce Guastella nell’articolo – è partita dall’esposto presentato da un socio, possessore di un piccolo pacchetto azionario, ma poi gli investigatori si sono mossi autonomamente. La Procura vuole accertare se le operazioni che hanno guidato la cessione siano state condizionate a vantaggio dell’acquirente statunitense dallo stato di difficoltà economica e finanziaria che Rcs attraversava in quel momento storico”.
“Contro la vendita dell’edificio – ricorda il Corriere – si schierarono i giornalisti, che manifestarono pubblicamente, ed Urbano Cairo, allora azionista di minoranza al 2,7%, prima di raggiungere il 60 % dell’intero capitale sociale con la scalata partita nell’aprile 2016. Il 9 novembre dell’anno scorso, Rcs ha avviato un arbitrato a Milano chiedendo l’annullamento dell’operazione di vendita del 2013. Blackstone ha aperto una causa civile di fronte alla magistratura di New York, il cui giudice, però, il 24 aprile scorso, ha sospeso il procedimento dichiarando la competenza sul caso dell’autorità giudiziaria italiana”.
A Milano, “Rcs contesta la validità del contratto di vendita al gruppo immobiliare americano. Nella richiesta di arbitrato, i legali della società fanno riferimento alle norme che tutelano i soggetti che si trovano a cedere beni a prezzi inferiori a quelli di mercato nel momento in cui stanno attraversando una condizione di difficoltà che è conosciuta dall’acquirente. Uno squilibrio che – sottolinea il Corriere della Sera – sarebbe evidente già nei numeri dei contratti di vendita e di riaffitto. «È una cosa che abbiamo fatto scientemente — aveva dichiarato Urbano Cairo in vista dell’udienza di aprile a New York — un’iniziativa ragionata, sulla base di un approfondimento, una “due diligence” svolta all’interno dell’azienda, e durata alcuni mesi, che ci ha portato a decidere che era una cosa che andava fatta». Ora se ne occuperanno anche i magistrati milanesi”. (giornalistitalia.it)