MILANO – «Con riferimento alle notizie apparse su taluni organi di comunicazione in merito all’esito dell’arbitrato relativo alla vendita dell’immobile Solferino, e alle sue pretese ricadute a carico di Rcs nei due giudizi promossi dall’acquirente del citato immobile e da taluni fondi Blackstone avanti la Supreme Court of the State of New York, la Società precisa che la rappresentazione ivi riportata contiene affermazioni non corrette e/o fuorvianti». Rcs replica, così, alle notizie sul contenzioso della storica sede di via Solferino che, tra l’altro, dopo la decisione della camera arbitrale di Milano ha fatto registrare un calo in Borsa con il titolo che a Piazza Affari oggi ha ceduto il 7,1% a 0,74 euro.
Venerdì scorso, infatti, la Camera Arbitrale di Milano ha comunicato a Rcs Mediagroup e a Kryalos, società di Blackstone, il Lodo definitivo che definisce il contenzioso sull’operazione che nel 2013 ha portato alla vendita e alla locazione del complesso immobiliare di via Solferino, via San Marco e via Balzan a Milano.
Il Tribunale arbitrale ha ritenuto di non accogliere né le domande risarcitorie di Rcs né quella di Kryalos. Nel 2013 l’immobile, secondo il perito d’ufficio, aveva un valore superiore per 33 milioni di euro, ovvero 153 milioni, rispetto al prezzo cui è stato acquistato, anche se il Lodo non considera tale sproporzione di sufficiente rilevanza. Inoltre il Lodo, pur riconoscendo che la situazione economica e finanziaria in cui Rcs si trovava al momento della vendita ha influito sulle sue scelte, ha concluso che, sia pure in un contesto non privo di ambiguità ed incertezze, non sono emersi elementi tali da configurare con certezza l’esistenza di un fenomeno come l’usura. E si afferma che la difficoltà prevista da tale norma richiederebbe anche una significativa limitazione della capacità negoziale. Infine il Lodo dispone la compensazione delle spese di lite ed esclude che Rcs abbia agito in modo temerario o anche solo scorretto, si rileva dal gruppo editoriale. «Come già indicato nei precedenti comunicati – scrive oggi Rcs – la Società ritiene che detti giudizi – attualmente sospesi – siano proposti innanzi a un giudice privo di giurisdizione, e siano comunque infondati (peraltro, nei due giudizi pendenti a New York, uno contro Rcs e l’altro contro il suo Presidente, il preteso danno non risulta neppure quantificato, oltre a non esservi alcuna base per duplicare il danno nei due giudizi)».
«Il Lodo del 14 maggio 2021 – prosegue Rcs – ha disposto la compensazione delle spese di lite e respinto le domande risarcitorie di controparte fondate su un preteso comportamento temerario e di mala fede di Rcs. Questa decisione, incidendo sul merito, evidenzia l’infondatezza delle domande avversarie avanti la Supreme Court of the State of New York, basate su addebiti nei confronti di Rcs già smentiti dal Lodo».
Rcs sottolinea, infine, che «le valutazioni svolte dalla Società rispetto al predetto contenzioso sono state effettuate in conformità ai principi contabili, tenendo conto, fra gli eventuali scenari, anche di quello che si è verificato con il Lodo del 14 maggio 2021. Rispetto alle notizie pubblicate, la Società si riserva di adottare tutte le iniziative più opportune a tutela propria e del mercato». (giornalistitalia.it)