ROMA – Il gip di Roma Andrea Fanelli ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dal pm della Capitale, Elisabetta Ceniccola, dell’indagine relativa all’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, avvenuto il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia.
Il giudice ha, inoltre, disposto nuove indagini. Quella avanzata dalla procura era la seconda richiesta di archiviazione dopo che nel giugno del 2018 il gip, accogliendo un’istanza presentata dai legali della famiglia Alpi, aveva disposto ulteriori accertamenti dai quali, però, a detta del pm, non erano emersi elementi tali a proseguire le indagini.
Contro l’archiviazione si erano espressi i familiari della giornalista oltre a Fnsi, Usigrai e Ordine dei giornalisti, difesi dall’avvocato Giulio Vasaturo. (agi)
FANELLI: «VENGA ASCOLTATO IL DIRETTORE DELL’AISI E POI LE CARTE SU ROSTAGNO»
Fanelli ha disposto che venga ascoltato il direttore dell’Aisi per accertare la “persistenza del segreto” sull’identità dell’informatore di cui si parla in una nota del Sisde del 1997. Già il 26 giugno dello scorso anno il gip aveva respinto una richiesta di archiviazione della Procura disponendo come oggi nuove indagini da completare entro 180 giorni.
Oggi il giudice ha nuovamente chiesto di fare luce sul ritardo nella trasmissione a Roma delle carte provenienti da Firenze in merito a una intercettazione tra somali in cui i due affermano che Ilaria “è stata uccisa dagli italiani” e di acquisire tutti gli atti relativi all’indagine sulla morte del giornalista Mauro Rostagno, ucciso dalla mafia nel 1988.
«In una vicenda segnata da tanti lati oscuri e financo da errori giudiziari, l’approfondimento, condotto senza riserve, degli ulteriori temi di indagine appare essenziale al fine di cercare di dare una risposta alla domanda di giustizia attesa ormai da 25 anni dai familiari delle persone offese e da tutti i cittadini interessati a conoscere la verità», scrive il gip nel provvedimento.
«L’attività di indagine deve essere completa, esauriente ed approfondita tanto più in relazione a vicende come questa, assai complesse costellati di episodi quantomeno singolari se non addirittura dolosi, che hanno reso assai più arduo l’accertamento della verità dei fatti», sottolinea il giudice nell’atto col quale ha disposto altri 6 mesi di indagine. (adnkronos)