ROMA – Disporre nuove indagini su una serie di spunti investigativi che scaturiscono, tra l’altro, dalla sentenza di primo grado legata all’uccisione di Mauro Rostagno, dall’audizione del generale Mario Mori in Commissione parlamentare, dalla sentenza di Palermo sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia, dai tantissimi appunti scritti da Ilaria Alpi e dagli atti desecretati da Governo e presidente della Camera nel 2014. È la richiesta che la famiglia della giornalista uccisa a Mogadiscio il 20 marzo del 1994 assieme all’operatore tv Miran Hrovatin ha avanzato al gip Andrea Fanelli, attraverso gli avvocati Carlo Palermo e Giovanni D’Amati, nell’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione dell’indagine avanzata nelle settimane scorse dalla procura di Roma.
Per i legali di parte offesa “dal dicembre 2007 al giugno 2017, sul caso della uccisione di Ilaria Alpi, risultano subentrate ben numerose nuove risultanze, riportate e commentate ovunque, ma – quasi incredibilmente – non esaminate dal pm. Ovvero sussistono numerosi e importanti altri fatti – anche limitandosi solo a quelli sfociati in esiti giudiziali – che, per le strette attinenze con i fatti per cui è processo, ben avrebbero dovuto, secondo questa difesa, essere esaminati da un organo requirente che si era, come noto, trovato di fronte a eccepite “secrezioni” di fonti, di nomi, di atti: atti, inoltre, che oggi appaiono ancor più rilevanti in considerazione della sola recente formulazione di imputazioni sui depistaggi (formulate dopo la intervenuta revisione del processo dalla Corte d’Appello di Perugia)».
Anche la Fnsi, l’Ordine dei giornalisti e l’Usigrai, rappresentati dall’avvocato Giulio Vasaturo, hanno chiesto al giudice di non porre la parole fine su questa vicenda giudiziaria. (agi)
È la richiesta avanzata al gip dalla famiglia della giornalista uccisa a Mogadiscio