ROMA – «Dopo un ultimo sussulto, il Velino si spegne. L’agenzia di stampa sospende le trasmissioni da oggi dopo un mese di tentennamenti sull’ammortizzatore in campo e trattative last minute per la cessione ma, in teoria, non muore ancora. Resta in una sorta di coma indotto, con i suoi 15 giornalisti superstiti che entrano in cassa integrazione a zero ore per cessazione fino al 30 aprile prossimo». L’Associazione Stampa Romana annuncia, così, il precipitare della situazione all’agenzia di stampa fondata il 3 novembre del 1998 da Lino Jannuzzi, Stefano De Andreis e Roberto Chiodi.
Se entro il 3o aprile «nessuno si sarà fatto avanti con il coraggio imprenditoriale necessario per far ripartire una testata con oltre vent’anni di storia, tutto morirà». Nel frattempo, la redazione, il Cdr e Stampa Romana contestano «l’attuale editore per il modo miope e irresponsabile con cui ha condotto i suoi anni di gestione. Vissuti alla giornata senza programmazione e investimenti credibili, rifiutandosi sistematicamente di ascoltare il sindacato e instaurando battaglie sterili con le istituzioni. Ma anche le stesse istituzioni vanno “ricordate”, se non altro per la famigerata Direttiva Lotti che ha istituito quei bandi di gara con cui la notizia è stata ridotta a bene di consumo da appaltare al massimo ribasso, decimando così (come era ampiamente prevedibile) l’occupazione nelle testate di informazione primaria».
All’attuale proprietà – concludono redazione, Cdr e Asr – chiediamo a questo punto soltanto un mimino di correttezza: pagare i quattro magri stipendi arretrati falcidiati da una cassa integrazione fin qui al 70%». (giornalistitalia.it)
Da oggi notiziario sospeso e i 15 giornalisti in cassa integrazione a zero ore