ROMA – «Mentre l’Unione Europea avvia la procedura sul ricorso contro il bando europeo delle agenzie di stampa, voluto dal ministro Luca Lotti, il massimo organo della Giustizia amministrativa italiana fa scadere termini». La la Fsc Communications, editrice de “il Velino/Agv news”, commenta così «l’assordante silenzio del Consiglio di Stato» su un fatto «mai accaduto prima! E questo – denuncia il Velino – in una Repubblica che, con amara ironia, viene indicata come “basata sul precedente” la dice lunga sul fatto che dopo la scadenza dei termini non sia stata ancora depositato nessun decreto, da parte del Consiglio di Stato, in ordine all’appello presentato dalla Fsc Communications, editrice de “il Velino/Agv news contro la Presidenza del Consiglio dei ministri e nei confronti dell’Anac per l’annullamento o la riforma dell’ordinanza del Tar Lazio, davanti al quale la nuova procedura di gara voluta dal ministro Lotti per il contratto con le agenzie di informazione è stata impugnata».
«Non stupisce il fatto – spiega la Fsc Communications – che attorno alla vexata questio si consumino mille forzature ed altrettante stranezze. È per tale ragione che la Fsc Communications ha anche prodotto un motivato ricorso alla Commissione europea. Quel che stupisce è che da Bruxelles si dimostri maggiore prontezza e rapidità, visto che il ricorso è già stato incardinato perché riconosciuto fondato, mentre dal Consiglio di stato, che pure ha obblighi e termini perentori, fissati dalla legge, non giunge alcuna nuova».
«O forse – si chiede l’editrice del Velino – a mandare in stallo anche il massimo organo della Giustizia amministrativa italiana è proprio il fatto che tra i motivi prodotti dallo studio del prof. Tedeschini c’è anche la “Violazione e falsa applicazione dell’articolo 41 dei Diritti fondamentali dell’Unione”? E sì, perché nel vano tentativo di difendere l’indifendibile, la pezza sta rivelandosi peggiore del buco, nel senso che non riuscendo, o non potendo, motivare il rigetto della richiesta cautelare della Fsc Communications, si è finiti con lo sbattere in una decisione insanabilmente afflitta da “Difetto di istruttoria, carenza assoluta di motivazione, contraddittorietà”. Mentre viene “totalmente omessa la pronuncia sui profili di periculum in mora”».
«Su tutto questo – conclude la Fsc Communications – era chiamato a pronunciarsi il Consiglio di Stato il cui assordante silenzio preoccupa non certo ai fini delle ragioni che la Fsc Communications alla fine troverà sede e modo per far riconoscere, quanto per l’allarme che crea una situazione così anomala e atipica da creare inquietanti ombre sull’agibilità democratica e legale delle massime istituzioni di questo Paese, quale appunto è il Consiglio di Stato». (giornalistitalia.it)
L’editrice dell’agenzia di stampa: “Sul bando europeo ha fatto scadere i termini”