ROMA – “Non può nascere la comunicazione sulla pretesa dell’essere ascoltati perché autorevoli. Questo vale anche per la Chiesa”. Lo ha detto oggi in conferenza presso la Sala stampa vaticana, monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, per illustrare la riforma della comunicazione vaticana partita nel 2015.
L’evento con la stampa si inserisce nella tre giorni intitolata “Partecipazione e condivisione, gestire la comunicazione della Chiesa in un contesto digitale”, organizzata a Roma dalla Pontificia Università della Santa Croce.
“Prima dell’etica ci vuole la professione – ha aggiunto monsignor Viganò –. Anzi, se c’è la professione non c’è nemmeno bisogno dell’etica. I nostri interlocutori ci devono ascoltare non perché siamo il Vaticano ma perché lavoriamo e comunichiamo bene. Il cuore si apre all’amico. Quindi, la relazione è fondamentale fra giornalisti e comunicatori mediante una dinamica umana”.
Riguardo ai progetti più a breve scadenza, il prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede ha indicato come prossima tappa l’avvio di una newsletter dalla Segreteria alle Conferenze episcopali di tutto il mondo a cadenza settimanale e il proseguimento della collaborazione con le grandi produzioni televisive e cinematografiche, come Sky, con cui la Santa Sede ha lavorato recentemente in occasione della Santa Pasqua.
“Queste occasioni – ha commentato monsignor Viganò – hanno dato la possibilità ai registi di conoscere meglio la Santa Sede e al mondo dei media vaticani di conoscere le grandi produzioni esterne”.
In cantiere, infine, c’è anche un lavoro, “Arte divina”, in collaborazione con il quotidiano La Repubblica, che attraverserà i musei diocesiani. (AgenSir)
Mons. Viganò sulla riforma della comunicazione della Santa Sede avviata nel 2015