LIVORNO – In occasione del 140° anniversario della nascita del quotidiano Il Tirreno da oggi, sabato 24 giugno, saranno allegate al giornale toscano 16 prime pagine storiche per raccontare il passato ai lettori di adesso e per confrontare il giornale livornese che una volta si chiamava Il Telegrafo. Con la prima uscita in omaggio ai lettori il raccoglitore e la prima pagina del 4 giugno 1882 con il giornale listato a lutto per la morte di Giuseppe Garibaldi.
Il primo numero andò, infatti, in edicola il 29 aprile 1877 come edizione pomeridiana della Gazzetta Livornese, appunto con la testata Il Telegrafo, nome che lo ha accompagnato fino al 1944 e dal 1961 al 1977. Il fondatore, il garibaldino Giuseppe Bandi, voleva utilizzare il giornale per raccontare meglio la guerra fra Russia e Turchia, che interessava molto il pubblico dell’epoca. Infatti ebbe un grande successo.
Lo stesso successo che riscosse Il Tirreno, uscito per la prima volta il 28 gennaio 1945, risorto sulle ceneri del Telegrafo, testata troppo compromessa con il fascismo (era diventato di proprietà della famiglia Ciano). Il rifondatore, Athos Gastone Banti, in una Livorno distrutta dai bombardamenti, in una Toscana stremata dal nazifascismo, in un’Italia ancora campo di battaglia fra tedeschi e angloamericani, impose un carattere progressista al giornale e vinse una coraggiosa scommessa. Dopo la crisi del 1976, che ne mise in pericolo l’esistenza, Il Tirreno si è costruito un ruolo importante nel panorama dell’editoria regionale e nazionale.
Nella seconda uscita la prima pagina del 1-2 luglio 1894 sulla quale si racconta l’attentato mortale, per mano anarchica, subito dal direttore e fondatore de Il Telegrafo, Giuseppe Bandi. La ricostruzione dei principali eventi degli ultimi 140 anni proseguirà con le pagine che puntano l’attenzione sul regicidio di Monza, la dichiarazione di guerra all’Austria, Trento e Trieste italiane e il “vincere” di Benito Mussolini.
Con l’edizione straordinaria del 5 giugno 1946 Il Tirreno titolava: “La Repubblica è sorta!”. Si prosegue con la rivolta antisovietica in Ungheria, Roncalli nuovo Papa con il nome di Giovanni XXIII, la benzina a cento lire, l’assassinio di Kennedy, lo sbarco sulla luna. L’ultima uscita è dedicata a un fatto che ha segnato una svolta importante per il quotidiano con sede a Livorno: 27 febbraio 1977, l’allora sindaco di Livorno, il comunista Alì Nannipieri, requisisce Il Telegrafo salvandolo da chiusura certa; da allora il giornale ha preso l’attuale testata Il Tirreno. (giornalistitalia.it)