ROMA – È stato un incontro lungo e faticoso – andato avanti per 6 ore alla presenza del notaio – quello che ha portato all’accordo per il passaggio definitivo de Il Tempo alla famiglia Angelucci, che per lo storico quotidiano di piazza Colonna sborserà 12,5 milioni di euro, che saranno pagati in tre anni.
Alla fine, dunque, l’immobiliarista Domenico Bonifaci ha ceduto la testata – acquistata nel 1996 da Francesco Gaetano Caltagirone – alla Finanziaria Tosinvest, società degli Angelucci, già proprietaria del quotidiano Libero, a cui fa capo la Nuova Tempo Srl.
Un accordo, quello raggiunto al termine di una trattativa complessa e lunga anch’essa (un anno), che nei fatti ha scongiurato la più prevedibile e amara delle conclusioni per la gloriosa testata, il fallimento. Tanto per rendere l’idea, numeri alla mano, snocciolati dal Sole 24 Ore, Il Tempo ha chiuso l’esercizio 2014 con un bilancio in rosso di 13 milioni a fronte di 6,7 milioni della produzione. L’anno precedente la perdita netta registrata è stata di 10,2 milioni contro i 7,9 milioni di valore della produzione. Nel 2012, un rosso di 8,7 milioni a fronte di 8,9 milioni di ricavi e nel 2011 la perdita ha raggiunto i 6,4 milioni contro i 12,3 milioni di ricavi.
Entusiasta dell’operazione il direttore Gian Marco Chiocci, confermato alla guida de Il Tempo: «L’arrivo del nuovo editore – commenta Chiocci – ci aiuterà a sviluppare un progetto ambizioso di un giornale non solo attendibile ma anticonformista, sempre e comunque indipendente come da 70 anni si legge sotto la testata del quotidiano».
Il quotidiano romano andrà avanti con 22 giornalisti e 2 poligrafici, con contratto di solidarietà al 30% in base agli accordi di inizio estate e, stando alle ipotesi del momento, le due testate, Il Tempo e Libero (dove, dallo scorso maggio, è tornato direttore Vittorio Feltri), entrambe targate Angelucci, dovrebbero mantenere ciascuna la propria autonomia, puntando su sinergie che riguarderanno costi e servizi. (giornalistitalia.it)
Raggiunto l’accordo con la Tosinvest. Si va avanti con 22 giornalisti e 2 poligrafici