ROMA – Acque agitate al Sole 24 Ore. L’Assemblea dei giornalisti vota la “sfiducia” al direttore Fabio Tamburini con il 71,8% dei votanti, ma rispetto al corpo redazionale la percentuale si riduce al 48,5%. Infatti, dei 200 aventi diritto al voto, 97 hanno votato a favore della sfiducia, 16 contro, 19 si sono astenuti, 2 hanno votato scheda bianca, 1 scheda nulla e 65 hanno disertato le urne. Non solo. Con una lettera al Comitato di redazione, 33 giornalisti denunciano che «in Assemblea non sono state votate le modalità di votazione per la mozione sul “gradimento” (non sfiducia) al direttore, ma ne è stata data una comunicazione veloce en passant alla fine dell’assemblea quando si stava per votare la mozione sul comunicato».
«Vista l’incredibile velocità con cui avete proceduto, senza dare il tempo di fare obiezioni, – affermano i 33 giornalisti – peraltro adottando una modalità che in una precedente assemblea era stata già esclusa (il voto presso la Lombarda), ci troviamo qui all’ultimo momento a chiedervi di sospendere il voto e, per essere corretti, convocare un’assemblea che ne stabilisca le modalità».
Ricordando di aver «già stato segnalato in una precedente mail che il meccanismo scelto non garantisce la libertà e la segretezza del voto e neanche la certezza degli esiti», i 33 giornalisti non hanno partecipato al voto (“al quale non riconosciamo alcuna validità”) riservandosi «l’impugnazione in ogni sede».
Secondo i 33, il presidente dell’Associazione Lombarda Giornalisti «non è un soggetto tenuto, in virtù di tale ruolo, al segreto. Quindi tutto sarebbe rimesso al suo buon cuore: non si procede così per una votazione ufficiale. Siccome per la segretezza del voto inoltre non sarà possibile l’accesso alle schede, in realtà, pure con tutta la fiducia nel soggetto individuato come deputato allo spoglio, non ci sarà nessuna certezza dell’esito. La procedura è quindi del tutto illegittima perché le caratteristiche dei meccanismi del voto non ne garantiscono né la certezza degli esiti, né la segretezza. Ribadiamo anche collettivamente che le considerazioni che precedono non comportano nessuna valutazione personale circa il presidente della Lombarda».
All’origine della votazione la pubblicazione, domenica 15 novembre, della seconda puntata di uno speciale di quattro pagine dal titolo “Il coraggio del futuro”, contenente cinque articoli a firma di alti esponenti di Confindustria.
«Si tratta – ha scritto il Cdr nel comunicato sindacale pubblicato sul quotidiano – della seconda di due puntate (la prima è di domenica scorsa), con una struttura praticamente identica, annunciate con un intervento del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi sul quotidiano del 5 novembre. In totale, fanno otto pagine e undici articoli firmati dal nostro editore nel giro di pochi giorni.
È un record per noi, ma non un fenomeno isolato in queste settimane, perché da inizio mese a oggi il quotidiano ha ospitato 25 tra interviste e interventi di alti esponenti di Confindustria. Nei giorni scorsi abbiamo espresso al direttore tutta la nostra contrarietà a un’iniziativa di questo tipo e, più in generale, a quella che consideriamo una deriva pericolosa.
Le ragioni sono di ordine organizzativo, perché ci lascia più che perplessi la scelta di appaltare parte rilevante del quotidiano a interventi esterni, escludendo oltretutto i giornalisti dalla sua realizzazione.
Ma la ragione più rilevante è di merito. Da sempre siamo contrari alla scelta di ridurre il giornale a un house organ, sul quale i contenuti scelti dal nostro editore vengono inseriti in quantità smodata, senza filtro e senza mediazione dei giornalisti.
Siamo ben consapevoli di avere un editore ingombrante, con il quale non è semplice fare i conti. Proprio per questo riteniamo che l’autonomia della redazione e del lavoro di ciascuno di noi va prima rigorosamente affermata, poi puntigliosamente difesa.
Dal nostro punto di vista, allora, iniziative come quella di oggi rischiano solo di fare aumentare il disincanto dei lettori, giustamente poco interessati alla lettura di un bollettino confindustriale, e di svalutare la nostra testata, la cui autorevolezza è per noi (ma così dovrebbe essere anche per l’editore) il patrimonio più importante da difendere.
Continueremo a vigilare su quanto avverrà in futuro, sperando che i limiti della decenza non vengano più superati».
In coda al comunicato sindacale del Cdr la replica del direttore Tamburini: «Chi mi conosce sa che i firmatari del comunicato dovrebbero provare qualche vergogna».
L’assemblea dei giornalisti, per esprimere pubblicamente la sua solidarietà al Cdr, ha chiesto di ripubblicare sul giornale e sul sito il comunicato sindacale uscito domenica 15 novembre «per dare massima visibilità alle parole del Cdr e alla inaccettabile risposta del direttore».
In coda al comunicato, pubblicato ieri sul Sole 24 Ore, la risposta dell’Azienda: «È inammissibile che in un comunicato si travalichi la normale dialettica sindacale. Esprimiamo, al contempo, piena solidarietà al Direttore». (giornalistitalia.it)