MILANO – «Alla luce delle dichiarazioni del presidente Boccia ieri sera a La7 che indicano come “lacrime e sangue” per giornalisti e dipendenti la cura del gruppo dopo questi anni di gestione fallimentare, i giornalisti del Sole 24 Ore oggi sono in sciopero. Il sito oggi non sarà aggiornato e domani il quotidiano non sarà in edicola».
È quanto scrivono i giornalisti del quotidiano di Confindustria che oggi, lunedì 14 novembre, hanno deciso di incrociare le braccia contro «la leggerezza di piani lacrime e sangue», che rappresenta «la scorciatoia più facile».
Riteniamo doveroso pubblicare integralmente l’intervento del Cdr del Sole all’assemblea degli azionisti del Sole 24 Ore di oggi:
Signor presidente, signori consiglieri, signori azionisti.
Noi sapevamo. Noi sapevamo che l’andamento del gruppo era assai critico e non da oggi e neppure da ieri. Noi sapevamo che la politica delle diversificazioni sarebbe stata perdente. Noi sapevamo che una governance pasticciata avrebbe impedito una conduzione sana e responsabile della società. Noi sapevamo che cavalcare in maniera disinvolta l’onda del digitale senza vere scelte di fondo in termini di organizzazione e di investimenti ci avrebbe esposto a rischi certi e risultati flebili. A testimoniarlo ci sono i nostri ricorrenti interventi in questa sala, in questa circostanza, purtroppo inascoltati, fin dal primo bilancio in rosso. Lo sapevamo perché siamo giornalisti, e giornalisti del Sole 24 Ore, abituati a leggere e capire la realtà economica e finanziaria.
E un giornale, il nostro giornale, è fondato sulla credibilità di chi lo scrive. Oggi però ci domandiamo come possa essere risollevata un’azienda come la nostra senza scelte di alto profilo in totale discontinuità con il passato e che sgombrino il campo da qualunque sospetto di conflitto di interessi.
Nove anni di riduzione concordata dei salari, di prepensionamenti e di costante discesa dell’organico giornalistico e non solo non sono bastati a riportare in linea di galleggiamento il conto economico del Gruppo, dimostrando che il problema di sostenibilità non è certo nella componente che produce i contenuti caratteristici dell’azienda e che tiene alto il brand commerciale dell’intera galassia Sole
E oggi, giorno dell’assemblea, l’azionista è chiamato a una grande responsabilità se vuole conservare la sua centralità: deve assicurare le risorse per il risanamento e nello stesso tempo recuperare una credibilità che non può non passare attraverso una vera rottura con il passato. Ma soprattutto deve dotarsi di una politica editoriale in un settore dove non si può improvvisare. Un’azienda editoriale, alla fine, si regge su un’unica risorsa, su un unico capitale, quello umano, sui suoi giornalisti prima di tutto. Serve un rilancio vero per costruire Il Sole di domani di cui noi siamo stati e siamo i protagonisti. E servono atti di fiducia. Per questo qui avanziamo formalmente una richiesta. Come azionisti, come dipendenti ma soprattutto come giornalisti: un posto in consiglio di amministrazione o, almeno, un posto come invitati permanenti alle riunioni del Consiglio. Almeno fino al momento del ritorno all’utile.
Noi abbiamo fatto la nostra parte anche economica. Abbiamo parlato, rivolgendo pubblicamente 10 domande al nostro editore. Ci aspettiamo, ci auguriamo, che arrivino ora le risposte.
Purtroppo la leggerezza con cui abbiamo sentito parlare anche nelle ultime ore di tagli ai dipendenti, di dimezzamento del personale, di piani lacrime e sangue, non è accettabile. Non lo è per le evidenti corresponsabilità nel passato di chi se ne fa oggi portatore e perché ripropone ancora una volta la scorciatoia più facile a problemi difficili. Per queste ragioni il comitato di redazione ha deciso di proclamare un giorno di sciopero per oggi. Grazie.