REGGIO CALABRIA – Sono trascorsi quarant’anni dal 1° Congresso regionale dei giornalisti calabresi che, il 9 marzo 1974 all’Hotel “501” di Vibo Valentia, sancì l’uscita dall’Associazione Napoletana della Stampa (che, paradossalmente, nei giorni scorsi è stata radiata dalla Fnsi) e la costituzione del Sindacato Giornalisti della Calabria, federato autonomamente alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Il Comitato promotore, presieduto da Raffaele Nicolò, lavorò un’intera notte per consegnare il nuovo statuto al Congresso, alla presenza delle massime autorità regionali: dal sottosegretario di Stato, Nello Vincelli, ai presidenti della Giunta e del Consiglio regionale, Antonio Guarasci e Scipione Valentini, all’arcivescovo metropolita della Calabria, mons. Giovanni Ferro, ai parlamentari, prefetti, questori, sindaci, oltre naturalmente ai vertici degli istituti di categoria dei giornalisti, a partire dal segretario generale e dal presidente della Fnsi, Luciano Ceschia e Adriano Falvo, al presidente dell’Inpgi, Ettore Della Riccia.
Un Congresso che, il 3 aprile di quell’anno, affidò il timone di segretario regionale del Sindacato calabrese a Franco Cipriani (dal 1974 al 1983), seguito da Enzo De Virgilio (1984-1987), Venturino Coppoletti (1988-1997), Alfonso Samengo (1997-2000) e, dopo due anni di sede vacante, dal sottoscritto (dal 9 novembre 2002).
Cinque gli ordini del giorno approvati dal 1° Congresso, sottoscritti da Paolo Marra, Raffaele Nicolò, Salvatore Santagata, Aldo Sgroj e Francesco Squillace. Significativo quello con cui quest’ultimo impegnò il Congresso a sollecitare “l’approvazione del disegno di legge istitutivo degli uffici stampa presso la pubblica amministrazione”. Una nota dolente che, a distanza di 40 anni, e 14 anni dopo l’approvazione della legge 150/2000 continua a segnare il passo, nonostante i significativi progressi, ottenuti anche in virtù della recente sentenza della Corte Costituzionale in tema di agibilità sindacale, che ha riconosciuto il diritto, per i giornalisti iscritti alla Fnsi, di eleggere la propria rappresentanza sindacale.
Nonostante gli annosi ritardi in campo nazionale, la Calabria vanta comunque significativi primati: è stata la prima regione italiana ad applicare, sin dall’istituzione delle Regioni, il contratto nazionale di lavoro giornalistico Fieg-Fnsi ai giornalisti che lavorano negli uffici stampa e la prima – sinora l’unica – regione italiana ad aver eletto il fiduciario di redazione in un’università – la Mediterranea di Reggio Calabria – che, nel 2008, ha dato pieno riconoscimento alla Fnsi. Quello degli uffici stampa, del resto, è un settore vecchio, ma ancora quasi vergine in materia occupazionale. Un’opportunità – lo ripetiamo da anni – che, in Calabria, se adeguatamente sfruttata, consentirebbe di cancellare con un colpo di spugna la disoccupazione da lavoro giornalistico.
Basti pensare che, rispetto ai non meno di 500 giornalisti che potrebbero trovare lavoro grazie ad una corretta applicazione della legge 150/2000, gli enti pubblici calabresi occupano appena 29 colleghi, di cui 15 con contratto Fieg-Fnsi e 14 con contratto Aran. Una scommessa che potrà essere vinta solo con l’unità della categoria e il dialogo, sereno e costruttivo, con gli enti pubblici e privati, che da una comunicazione istituzionale chiara ed efficace, possibile solo con la qualità dell’informazione giornalistica, avrebbero solo da guadagnarci.
In questa direzione, significativo è il protocollo d’intesa sottoscritto, il 30 aprile 2013 a Palazzo Campanella, da Fnsi, Sindacato e Ordine dei giornalisti della Calabria con il Consiglio Regionale che, nel fissare nuove regole per l’accesso dei giornalisti alla Sala e alla Tribuna stampa dell’Assemblea legislativa, ha ribadito la centralità democratica del lavoro giornalistico, per riaffermare la dignità di questa professione, per sottolineare la necessità che venga svolta nella migliore condizione, per dire no, con forza, al lavoro nero e allo sfruttamento sistematico e scientifico di tanti giornalisti precari.
Un’occasione che, il 25 ottobre scorso, ha dato al presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, l’opportunità di annunciare l’imminente presentazione di un progetto di legge in materia di sostegno alle imprese regionali d’informazione e di tutela della professione giornalistica. Una legge, attesa da oltre 40 anni, più che mai indispensabile per privilegiare e premiare le imprese vere, quelle che fanno informazione e investono nell’informazione. Su questa strada, il 7 maggio 2012, Corecom e Sindacato Giornalisti della Calabria avevano già sottoscritto un protocollo d’intesa per rendere più rigorosi i controlli e le verifiche di alcuni elementi di valutazione per l’assegnazione dei contributi alle emittenti televisive locali.
Un atto di trasparenza e di giustizia nei confronti dei giornalisti, dei cittadini e delle aziende editoriali, che hanno l’occasione di sfruttare l’opportunità offerta dai contributi alle emittenti televisive locali, contrattualizzando nuovi giornalisti o regolarizzando le posizioni anomale presenti. Garantire dignità professionale a chi svolge quotidianamente la professione giornalistica, infatti, conviene a tutti: ai giornalisti, che vedranno premiati i loro sacrifici e la loro professionalità e potranno, così, lavorare in tranquillità, garantendo una qualità dell’informazione non condizionata dallo stato di bisogno; e agli editori che, oltre a non rischiare pesanti sanzioni e denunce, anche penali, per sfruttamento del lavoro nero e omissione contributiva, potranno ottenere contributi pubblici più sostanziosi grazie ai maggiori punteggi previsti per i dipendenti giornalisti.
Un percorso intrapreso nel settore pubblico che ha subito fatto sentire i suoi effetti anche in quello privato. Grazie alla preziosa collaborazione di Odg e Ussi, infatti, i protocolli d’intesa sottoscritti con tre delle maggiori realtà sportive calabresi (Reggina Calcio, Viola Basket e Pro Reggina ’97 calcio a 5) per il rilascio degli accrediti, mira a tutelare i giornalisti, scongiurando, ancora una volta, il lavoro nero e lo sfruttamento sistematico.
I primi mesi del 2014 confermano che, quello in corso, sarà un anno cruciale per le tante, troppe, aziende editoriali della carta stampata che, in crisi, hanno dovuto ricorrere ai contratti di solidarietà o alla cassa integrazione (pagati esclusivamente dall’Inpgi, ovvero con i contributi versati dagli stessi giornalisti). Ridotti al lumicino i periodici, alcuni quotidiani, avendo raggiunto il limite nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, si troveranno davanti ad un drammatico bivio: chiudere o ripensare al prodotto, messo inesorabilmente e costantemente fuori mercato sia dai nuovi strumenti della comunicazione che da una crisi economica che non accenna ad arrestarsi.
Gli editori – se sono veri e credono seriamente nel valore dell’informazione, a partire da quello economico – devono capire che è soprattutto in periodi di crisi che bisogna investire nella qualità e nella professionalità del prodotto.
Elementi indispensabili per conquistare la fiducia di lettori, radioascoltatori e telespettatori che, con tutta l’informazione possibile e immaginabile a portata di “clic”, sanno, oramai, distinguere gli editori veri e seri dai pirati di turno.
Costituito il 9 marzo 1974, all’Hotel “501” di Vibo Valentia, con l’uscita dall’Associazione Napoletana della Stampa
Il Sindacato Giornalisti della Calabria ha 40 anni
Carlo Parisi
Segretario Sindacato Giornalisti della Calabria
Vicesegretario nazionale Fnsi