BARI – La Federazione nazionale della stampa italiana e l’Associazione della Stampa di Puglia esprimono solidarietà alle due colleghe Francesca Russi de “la Repubblica Bari” e Adriana Logroscino del “Corriere del Mezzogiorno Bari”. Entrambe sono state prese di mira dal senatore grillino Lello Ciampolillo (44 anni, barese, impiegato e giornalista pubblicista) in un video postato domenica scorsa su Facebook. Un filmato offensivo, gratuito e violento.
Il senatore trova da ridire sulla notizia di una festa organizzata con molti militanti dei 5 Stelle e con l’onorevole Luigi Di Maio a Bari, in un locale privo di autorizzazione. La notizia non è smentita da nessuno, nemmeno da Ciampolillo, semplicemente perché il fatto è vero ed è stato verificato dai giornali (la Repubblica e Corriere della Sera) che hanno deciso di pubblicare la notizia. Ma il senatore nel suo video farneticante non si preoccupa di contestare l’esistenza di un fatto. Fa di più. Pretende – dall’alto della sua malintesa funzione istituzionale – di dare lezioni di giornalismo. Prima storpia in nome offensivo i nomi delle due testate (le definisce “Renzipubblica” e “Corriere della Serva”). Poi definisce quei quotidiani come carta buona solo per allestire “la lettiera della gatta”. Infine, in un crescendo rossiniano, definisce due “non giornaliste” le colleghe che hanno scritto il pezzo sui rispettivi quotidiani, storpiando anche il loro cognome. Il punto di vista di Ciampolillo è molto semplice e molto allarmante: quella notizia non doveva essere pubblicata.
Peraltro l’esponente politico, con argomentazioni assai eccentriche e, a questo punto, contraddittorie, ricorda che l’Italia è al 77° posto per la libertà di stampa, dietro il Ghana che si colloca al 23° (chissà perché gli piace ricordare il Ghana) e protesta per la libertà di stampa (sic!) a rischio in Italia. Non contento, suggerisce un ottimo metodo per tentare di tutelarla: la censura della notizia. Infine, prefigura il tempo felice (“tra 18 mesi”) in cui a governare il Paese saranno i 5 Stelle, prefigurando una sorta di “redde rationem” con tutti i giornali che osano pubblicare notizie non gradite al “regime”.
Fnsi e Assostampa Puglia ricordano al senatore che proprio in questi giorni autorevoli giornalisti (45 per la precisione) sono finiti in carcere in Turchia per aver pubblicato notizie scomode al regime di Erdogan e che in Italia, per fortuna, con o senza la volontà dei Cinque Stelle, esiste una Carta Costituzionale – oltre che le leggi ordinarie – che tutela la libertà di stampa.
Infine, riscontrato che il senatore Ciampolillo risulta essere iscritto all’Ordine dei giornalisti, nell’elenco dei pubblicisti, il sindacato dei giornalisti si riserva di ricorrere al Consiglio di disciplina dell’Ordine, a tutela delle colleghe e delle testate diffamate e, soprattutto, del diritto di cronaca per ora tutelato in questo Paese, a prescindere dalle volontà dei tanti “Erdogan” che ogni tanto si risvegliano dal torpore parlamentare. (Fnsi)
Fnsi e Assostampa di Puglia al fianco di Francesca Russi e Adriana Logroscino