TORINO – «Gentile Direttore, ho collaborato alla “Stampa” per decenni, e sono stato allontanato, senza una parola, naturalmente, con l’arrivo di Molinari, giunto al giornale a portarvi il suo carico di sionismo e iperatlantismo (e già allora di russofobia). Avevo sperato che un giornalista proveniente da “la Repubblica” come Lei, avrebbe compiuto uno sforzo di riequlibrare l’orientamento di questa testata a cui sono rimasto legato. Invece no. E i vostri servizi, se così vogliamo chiamarli, sulla guerra in Ucraina, lo dimostrano, in modo avvilente».
Si apre, così, la lettera del prof. Angelo d’Orsi al direttore del quotidiano “La Stampa”, Massimo Giannini, dopo la pubblicazione sulla prima pagina di una strage di 23 persone avvenuta in Donbass, nella città di Donetsk, a causa di un missile ucraino che il quotidiano torinese ha, invece, attribuito ad un attacco russo contro una città dell’Ucraina.
Angelo d’Orsi, già docente ordinario di Storia del Pensiero Politico all’Università di Torino, a quella di Milano e alla Sorbona di Parigi, è stato allievo di Norberto Bobbio, è direttore delle riviste Gramsciana e Historia Magistra e giornalista pubblicista iscritto all’Ordine del Piemonte dal 2 febbraio 1971.
«Con la prima pagina di oggi (mercoledì 16 marzo) il giornale da Lei diretto ha toccato il fondo della disonestà giornalistica: una immagine relativa alla strage compiuta due giorni fa dalle truppe governative di Kiev ai danni dei civili di Donetsk (14 morti), viene presentata in modo che il pubblico pensi che siano stati i russi cattivi.
Siamo oltre ogni artefizio giornalistico, lo lasci dire a uno che è iscritto all’Ordine dal 1971, e che ha avuto nel 2021 la targa d’argento come veterano del giornalismo piemontese. Uno che è stato allievo di Norberto Bobbio, e oltre ad aver insegnato per più di 40 anni all’Università, ha lavorato per le maggiori testate italiane, e anche qualche testata straniera, pubblicando molte centinaia di articoli.
Mi aspetto che il giornale domani, con lo stesso rilievo faccia una formale autocritica e spieghi, come e quando e da chi ha ricevuto la foto, chi ne sia l’autore, come la foto è giunta a voi (e se avete i diritti di utilizzo), e in quale situazione è stata scattata.
Aggiungo che tutta l’impaginazione, dai titoli dei commenti tutti a senso unico, fino al pezzo che vorrebbe essere sarcastico su Luciano Canfora, e che fa ridere solo chi l’ha scritto, è a di poco inquietante. State spingendoci verso la terza guerra mondiale, consapevolmente o meno. La storia non vi ha proprio insegnato nulla.
Che pena. Segnalerò comunque l’episodio all’Ordine. E smetterò di comprare, ovviamente, il Suo giornale». (giornalistitalia.it)