CITTA’ DEL VATICANO – “Il diritto all’informazione è un diritto che deve essere sempre protetto, e non solo nei confronti dei Rohingya”. Lo sottolinea Papa Francesco, in un’intervista esclusiva a Philipp Pullella della Reuters, riferendosi alla detenzione, in Myanmar, dei giornalisti della stessa agenzia di stampa, Kyaw Soe Oo, 28 anni, e Wa Lone, 32 anni, in carcere dal dicembre scorso ufficialmente per “possesso di documenti segreti”, in realtà per essersi occupati dei Rohyngya, una minoranza perseguitata nel Paese a livelli di era coloniale. Al momento dell’arresto, infatti, i due giornalisti avevano completato un’inchiesta sull’uccisione di 10 uomini e ragazzi musulmani Rohingya in un villaggio nello stato di Rakhine in Myanmar.
Quello di Kyaw Soe Oo e Wa Lone è, infatti, diventato un caso limite per la libertà di stampa ed i presunti reati che vengono loro contestati prevedono una pena massima di 14 anni di carcere.
“Gli Stati che hanno qualcosa da nascondere, – ammonisce Papa Francesco – fermano sempre i media e la libertà di stampa e noi dobbiamo lottare per la libertà di stampa. Dobbiamo combattere”.
Il Papa ha visitato il Myanmar nel novembre scorso e, nel vicino Bangladesh, ha incontrato i rifugiati Rohingya fuggiti dallo stato di Rachide.
Senza nominare alcun paese, Papa Francesco ha denunciato attacchi alla libertà di stampa da parte dei cosiddetti governi “democratici” dicendo che, a volte, vengono prese decisioni sbagliate con i “guanti bianchi”, mentre in altri luoghi, “i governi dittatoriali con il pretesto della democrazia continuano a fare queste cose”.
Insomma, per Papa Francesco “in questo momento la stampa può essere facilmente manipolata, molto facilmente” e se è vero che “in alcuni paesi forse le cose stanno andando bene” è altrettanto vero che “ci sono molti modi per mettere a tacere i media”. (giornalistitalia.it)