ROMA – Il “Papa crociato” sulle pagine di Dabiq, la rivista propagandistica del Califfato. È quest’appellativo, “crusader pope”, che compare sotto la fotografia a tutta pagina di Papa Francesco in compagnia di esponenti religiosi islamici che vengono definiti “studiosi governativi apostati”, pubblicata sull’ultimo numero di “Dabiq”, il magazine propagandistico dell’Isis.
La circostanza non è naturalmente sfuggita agli apparati di intelligence, che ad una prima analisi tendono a considerare la pubblicazione della foto “un tentativo surrettizio di cavalcare la popolarità del pontefice indicando una figura simbolica nel tentativo di aggregare il più vasto numero di persone possibile. Non si tratta – precisano all’Adnkronos fonti qualificate – del preannuncio di un’azione. Qui siamo nel campo della propaganda contro coloro che vengono definiti i nemici dell’Islam, una sorta di ‘benedizione’ rivolta ai cosiddetti ‘cani sciolti’ più che un progetto di azione concreta”.
Di sicuro, viene rilevato, “siamo di fronte ad un upgrading propagandistico”, perché finora le invettive contro il “Papa crociato” erano state ospitate sui social o su siti non ufficiali e non avevano ancora conquistato le pagine web della rivista ufficiale dell’Isis.
La rivista online Dabiq è considerata un vero e proprio pilastro del “Jihad 2.0”, che ha come obiettivo principale quello di riuscire ad accreditare l’Isis come un vero e proprio Stato di diritto. Un esempio tra i tanti del fervore propagandistico del Califfato sul web, frutto dell’impegno quotidiano di almeno tremila – secondo le ultime stime – “guerrieri del CyberJihad”.
Il nome della rivista ha un significato simbolico: la testata fa riferimento alla battaglia di Marj Dabiq, in Siria, combattuta nell’agosto del 1516, che determinò l’inizio della supremazia degli Ottomani.
La prima edizione del magazine, intitolata “Il ritorno del Califfato”, venne diffusa il 29 giugno dello scorso anno in concomitanza con l’autoproclamazione del Califfato islamico. (Adnkronos)
L’intelligence: “È propaganda, non si tratta del preannuncio di un’azione”