ROMA – Il Messaggero non sarà in edicola per tre giorni. Uno sciopero così lungo non si verificava da tempo nei grandi giornali. Lo sottolinea il Sindacato Cronisti Romani ricordando che sono i poligrafici ad averli proclamati, assieme ai loro colleghi dei quotidiani Il Mattino di Napoli e Il Gazzettino di Venezia, cioè le tre principali testate che formano la spina dorsale della Caltagirone editore. Ma in uno di questi giorni (giovedì 31 marzo) si uniscono alla lotta di solidarietà i giornalisti delle tre testate, insieme, anche loro in sciopero.
I tre Comitati di redazione, infatti, d’intesa hanno voluto rappresentare con questo gesto una tangibile prova di vicinanza ai poligrafici che protestano per il trasferimento dalle testate storiche a società srl con limitato capitale sociale. Si passa dal contratto collettivo dei poligrafici a quello del commercio; si finisce in società che non hanno più la stessa plancia di comando; si passa da una società per azioni a una società a responsabilità limitata; viene fatto saltare un sistema di regole che fino ad oggi tutela il lavoratore nelle sue mansioni fino alla sicurezza dell’impiego, e che consegna il destino di decine e decine di famiglie a un’incertezza drammatica.
Il Sindacato Cronisti Romani, che ha partecipato al sit-in che si è tenuto a piazza San Silvestro lunedì 21 marzo, conferma la sua solidarietà ai poligrafici del Messaggero, perché tutti loro, come tutti i redattori, fanno parte della famiglia che è quella del principale quotidiano di Roma. Perché un giornale è un’opera collettiva, e un cronista e un tecnico dei computer o un tipografo o una segretaria o un amministrativo sono come ingranaggi umani l’uno legato all’altro.
Il 31 marzo si ripeterà il sit-in, sempre a piazza San Silvestro, l’appuntamento è dalle 10 in poi fino alle 14. Saranno in piazza, per questo momento di protesta, di lotta, di appello alla ragionevolezza, anche le delegazioni dei poligrafici del Mattino e del Gazzettino.
Lo slogan dei poligrafici romani è: “Questa lotta vi riguarda”, rivolto prima di tutto ai redattori di via del Tritone, ma che certo si può estendere a tutti i cittadini che al Messaggero, e alla sua storia, sono legati.
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