Chiudere le due redazioni sarebbe un grave danno per la qualità dell’informazione

Il Messaggero non abbandoni Ascoli e Pesaro

Roberto Damiani

Roberto Damiani

Il MessaggeroPESARO – “Le Marche rischiano di perdere altre due redazioni de Il Messaggero, Ascoli Piceno e Pesaro, delle quali è stata annunciata la chiusura. Il Messaggero potrebbe trovarsi, in una regione ricca e produttiva, con una sola redazione: il capoluogo Ancona, dove nelle intenzioni dell’Azienda saranno destinati tutti i redattori che non verranno pensionati”.
Per il consigliere nazionale della Fnsi, Roberto Damiani, ed i componenti della Giunta Esecutiva, Carlo Parisi, Giuseppe Di Pietro ed Enrico Cocciulillo, “si tratta di un cambio epocale per la presenza del Messaggero nelle Marche che lascia un baluardo storico, Ascoli Piceno, dove l’insegna de Il Messaggero è presente dal 1957 e via Del Trivio 1, sede della redazione, è da sempre un luogo dove darsi appuntamento, tanto è conosciuta e storicizzata in città. A breve, non si sa quando, la redazione verrà chiusa”.
“Stessa sorte – aggiungono i consiglieri nazionali della Fnsi – per la redazione di Pesaro, aperta quindici anni fa. In questo caso è la seconda chiusura dopo una parentesi di 4 anni (dal 1984 all’88). Per otto giornalisti si apre la strada del trasferimento, vissuto con angoscia nella consapevolezza di dover lasciare pezzi del cuore pulsante delle città con un numero ragguardevole di copie che resiste, nonostante la crisi economica e il calo diffuso di vendite”.
Evidenziando che “Ascoli Piceno, Fermo e San Benedetto del Tronto sono tra le maggiori piazze di vendita”, Damiani, Parisi, Di Pietro e Cocciulillo sottolineano che “Pesaro una realtà che si è consolidata in poco tempo: una retromarcia sul territorio metterebbe in pericolo questi risultati facendo venir meno punti di riferimento importanti. I colleghi ne sono convinti. Lasciare la città sarà come rompere il rapporto di fiducia con i lettori, un rapporto diretto, a chilometro zero, che funziona sempre.
Rimarranno a lavorare in queste città – aggiungono i quattro dirigenti nazionali della Fnsi – il Corriere Adriatico e il Resto del Carlino, che mantengono un presidio ritenuto centrale, nonostante le tante difficoltà della carta stampata. Spegnere queste luci è come svuotare un pezzo di regione, un retrocedere che poi avrà una ripercussione negativa sulle copie vendute, come è successo a Macerata e San Benedetto, le due redazioni già chiuse quattro e cinque anni fa”.
Esprimendo piena e convinta solidarietà ai colleghi delle redazioni marchigiane de “Il Messaggero”, Roberto Damiani, Carlo Parisi, Giuseppe Di Pietro ed Enrico Cocciulillo rivolgono, quindi, un appello alla “Caltagirone Editore spa” affinché “scongiuri, o quantomeno sospenda, la chiusura delle redazioni di Ascoli Piceno e di Pesaro, assicurando ai lettori quella qualità dell’informazione possibile solo con il presidio del territorio”.
I componenti della Giunta Esecutiva Fnsi, Carlo Parisi, Giuseppe Di Pietro ed Enrico Cocciulillo, assieme al consigliere nazionale Roberto Damiani, invitano, quindi, il segretario generale Raffaele Lorusso a sottoscrivere, nella prossima riunione di Giunta, convocata per martedì prossimo a Roma, un ordine del giorno a sostegno dei colleghi de “Il Messaggero”, accompagnata dall’invito a recarsi in visita nelle due redazioni delle quali è stata annunciata la chiusura.
“Sarebbe – sottolineano Damiani, Parisi, Di Pietro e Cocciulillo – un gesto concreto di forte di vicinanza nei confronti dei colleghi marchigiani che, oltre ad aprire una luce positiva sulla vicenda, potrebbe indurre l’azienda a riflettere seriamente sulla necessità di rivedere una decisione che rappresenta una sconfitta per tutti”.

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