AVELLINO – «C’è un filo rosso che dal 1892 unisce Il Mattino: è quello dell’impegno di un giornale che resta un giornale moderato, che di questi tempi è quasi essere rivoluzionari». Così Federico Monga, direttore del quotidiano Il Mattino, all’inaugurazione della mostra allestita ad Avellino al Circolo della Stampa e dedicata ai 130 anni del giornale fondato da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao.
«Il Mattino – ha sottolineato Monga – continua ad essere il giornale annunciato da Scarfoglio nel primo numero del 16 marzo 1892 per il coraggio e la buona volontà che lo animano tutti i giorni. Mai però avrei immaginato che dovessimo festeggiare in un periodo di guerra così drammatico». Monga ha ricordato anche che «il Mattino è diventato in breve tempo un modello di informazione indipendente oltre che esempio di impresa culturale ed editoriale nell’Italia meridionale», sottolineando però «il segno di debolezza, presente ancora di più oggi, rappresentato dal particolarismo meridionale».
«È un ostacolo per il Mezzogiorno – ha aggiunto – il tasso di litigiosità, all’interno degli stessi partiti e comunità politiche, troppo elevato rispetto al Centro e al Nord, dove invece accade che su questioni e problemi cruciali per l’interesse delle comunità, fanno quadrato».
Una riflessione è stata dedicata anche al rapporto dell’informazione rispetto al Covid e alla guerra in corso in Ucraina. «Durante l’emergenza sanitaria è stata recuperata la competenza, è stata ridata la parola alla scienza dopo un lungo periodo in cui in Italia l’incompetenza e l’improvvisazione sono arrivate al potere. Oggi ci scontriamo con l’irrazionalità della guerra e questo è molto più difficile da raccontare e prevedere gli sviluppi, soprattutto alla luce delle ricadute economiche della guerra che allarmano e non possono lasciarci tranquilli».
La mostra documentaria inaugurata ad Avellino a cura del Museo “Pantaleone Dentice” ripercorre con documenti originali gli anni cruciali e gli avvenimenti che hanno segnato la storia italiana. (ansa)