BUENOS AIRES (Argentina) – Popolo argentino in piazza al fianco dei dipendenti di Télam, la principale agenzia di stampa latinoamericana forzatamente sospesa dal 1° marzo dal governo, ufficialmente per «ragioni economiche». È evidente, però, che le ragioni economiche passino in secondo piano considerato che, in parlamento, il presidente Javier Milei ha accusato l’agenzia di «propaganda kirchnerista». Il presidente ha evidenziato che nel 2023 Tèlam ha chiuso il bilancio con un passivo di 24 milioni di dollari e che, pertanto, l’agenzia verrà chiusa. Fondata nel 1945, l’agenzia produzione quotidianamente oltre 500 lanci e 200 foto.
La polizia ha, intanto, sigillato le porte della sede, situata nella centralissima calle Bolívar 531 di Buenos Aires, e bloccato ogni accesso con barriere metalliche dopo l’email con cui i 760 dipendenti sono stati «dispensati dal lavoro per un periodo di sette giorni con retribuzione a partire dalle ore 23.59 di domenica 3 marzo».
Mentre cresce la solidarietà nei confronti dei lavoratori, i giornalisti di Télam hanno aperto un sito di informazione (https://somostelam.com.ar/) definendolo «La nostra voce di resistenza» denunciando il governo di portare avanti uno dei peggiori attacchi alla libertà di espressione degli ultimi 40 anni di democrazia».
Nel ricordare che una legge del 1974 sulle società statali (qual è appunto Télam) stabilisce che «la loro chiusura deve passare da un’apposita legge approvata dal Parlamento», numerosi parlamentari argentini di diverse espressioni politiche hanno presentato progetti di legge per impedire la chiusura dell’agenzia.
Il segretario generale del sindacato giornalisti Sipreba, Agustín Lecchi, ha affermato che l’annuncio di Milei sulla chiusura di Télam. fatto davanti all’Assemblea Legislativa, è una misura «assolutamente autoritaria, fascista e stigmatizzante» per gli oltre 700 professionisti che lavorano nell’agenzia e che hanno «una carriera impeccabile».
In quasi dieci anni di esistenza, Télam ha ottenuto un prezioso prestigi nazionale e internazionale come l’agenzia di notizie più importante dell’America latina e la seconda nella lingua castellana, con un servizio consultato mensilmente da 63 milioni di utenti e una pagina web visitata da 8 milioni e 700 milioni di persone.
«Piena solidarietà e vicinanza ai colleghi giornalisti e a tutti i lavoratori di Télam in lotta» viene espressa dalla Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione, Figec Cisal. Il nuovo sindacato italiano dei giornalisti e di tutti gli operatori dell’informazione, della comunicazione, dell’arte e della cultura, nel denunciare la «brutale chiusura della principale agenzia di stampa latinoamericana», sottolinea infatti «il valore irrinunciabile del pluralismo e della libertà di stampa che ogni repubblica democratica dovrebbe garantire senza eccezioni di sorta». (giornalistitalia.it)