REGGIO CALABRIA – Il rapporto tra il mito e il teatro contemporaneo, la necessità del teatro e la sua trasformazione sono stati al centro dell’incontro con il presidente dell’associazione nazionale Critici di Teatro, Giulio Baffi, firma culturale del quotidiano la Repubblica, ospite del festival Miti Contemporanei in programma a Reggio Calabria fino al 4 dicembre.
La conversazione, svoltasi nella biblioteca comunale “Pietro De Nava”, nell’ambito del focus sulla drammaturgia contemporanea sul tema “Il teatro e i miti del Mediterraneo: dalla scrittura alla rappresentazione, alla critica”, è stata promossa in collaborazione con l’Associazione nazionale critici di teatro ed il Gispe (Giornalisti dello Spettacolo), gruppo di specializzazione del Sindacato Giornalisti della Calabria presente alla manifestazione con le componenti del direttivo Paola Abenavoli (che ha moderato l’incontro) e Anna Foti.
«Il rapporto tra mito e teatro contemporaneo – ha spiegato il presidente Giulio Baffi – è oggi parzialmente strumental-turistico. Esso, dunque, non ha alcunché di assolutamente negativo, ma si esaurisce nel momento in cui viene rappresentato, disperdendo di fatto quella forza di decantare e attraversare tempi e spazi infiniti, propria del mito originariamente e più fedelmente interpretato, rivisitato o riscritto. È un rapporto che alimenta una certa mitologia contemporanea mutata nell’obiettivo, nel percorso, nell’eroicità. Un’attività in sottrazione inesorabile che crea spettacoli più brevi e fruibili dalla massa. L’aumento del ricorso ad atti unici, ne è una traccia significativa. Un modo per ricucire lo strappo e per dare un impulso nuovo al teatro del mito contemporaneo – ha spiegato Giulio Baffi – potrebbe essere rappresentato dal protagonismo femminile. Tra Clitennestra e Filumena Marturano c’è un vuoto significativo che fa molto riflettere. Dunque, per esempio, creare nella scrittura teatrale contemporanea spazi forti per le figure femminili costituisce una sfida necessaria per una mitologia contemporanea di maggiore qualità e spessore; ciò stimolerebbe il pubblico, lo farebbe emozionare e appassionare più profondamente», ha concluso il presidente Baffi.
Una sfida che è già nella filosofia che ispira il festival Miti Contemporanei. «Noi desideriamo avvicinare lo spettatore medio – ha sottolineato l’attrice e direttore artistico Teresa Timpano – ma ci proponiamo di farlo attraverso strategie che valorizzino il mito, senza operazioni di sminuimento o sottrazione. Il nostro intento è quello di individuare tematiche attuali forti, come quella delle discriminazioni, e di proporle al pubblico con tutta la profondità che il teatro può mettere in scena. Siamo impegnati indubbiamente in questa sfida di qualità che certo punta anche sulla maturazione dello spettatore e su adeguate modalità di coinvolgimento», ha concluso Teresa Timpano.
«Una sfida che necessita anche di un giornalismo di qualità che, lungi dal porre sterili etichette, serva la causa della fruibilità dei linguaggi artistici e teatrali senza che la semplificazione equivalga a riduzione di contenuti e appiattimento di idee. Per contribuire a questa sfida, su impulso del Sindacato Giornalisti della Calabria, è nato a Reggio Calabria il Gispe, Gruppo Giornalisti dello Spettacolo», ha evidenziato la componente del direttivo Gispe, Anna Foti.
«Lo spettacolo teatrale racchiude in sé un mondo estremamente complesso che ha ampie prerogative, come ogni forma di arte, di incidere sulla realtà e di contribuire alla valutazione e alla comprensione di quanto accade intorno. Il teatro nel Mediterraneo, pregno per definizione di miti, storia e suggestioni, metafora di incontri di civiltà e popoli, luogo di migrazioni mai indolori e in questo momento storico particolarmente drammatiche, possiede un potenziale che è anche una grande responsabilità circa il ruolo da assumere nell’analisi di questo complesso scenario. Il teatro e i miti del Mediterraneo hanno molto da dire a riguardo e tutto deve essere ascoltato e raccontato», ha concluso Anna Foti.
Tra le tracce di attualità per la drammaturgia del teatro del mito, anche quella suggerita da Filippo Gessi, uno degli autori della compagnia teatrale Scena Nuda e regista degli spettacoli di AltriLuoghi festival. Essa è relativa alle sfere di genere. Uno spunto molto apprezzato anche dal presidente Giulio Baffi. «Se riuscissimo a rappresentare le donne con la loro capacità di pensare per due e mai solo per sé stesse e di portare il peso di problematiche che spesso è proprio l’uomo ad imporle, renderemmo un servizio a quel protagonismo femminile, secondo me, necessario per progredire e costruire benessere, nonostante la grave crisi di sistema di questo frangente storico», ha spiegato Filippo Gessi.
Un plauso al Gispe è stato espresso dalla scrittrice Katia Colica. «Siamo lieti per questa realtà. Anche noi che scriviamo per il teatro, siamo affamati di essere ascoltati e raccontati. Nell’atto di scrivere, non stacchiamo qualcosa da noi ma lasciamo nascere qualcosa che prima ci parla e ci soffia all’orecchio, qualcosa che altri ci narrano perché quando è accaduto noi non c’eravamo; sono frammenti, briciole che mettiamo insieme. Storie antiche che hanno nuova vita, storie che conosciamo e che però sono sempre nuove. Tutto questo è scrivere», ha concluso Katia Colica.
Presente anche il direttore esecutivo della Primavera dei Teatri di Castrovillari, Settimio Pisano che ha espresso apprezzamento per la manifestazione. «La forza del teatro in questo territorio così difficile è certamente il frutto del lavoro costante di persone che da anni si impegnano per proporre, dialogare e costruire realtà ed esperienze preziose che arricchiscono tutti. Esperienze, come questo importante incontro, costituiscono per tutti, al di là delle distanze, linfa vitale e stimoli importanti per andare avanti», ha commentato Settimio Pisano.
La conversazione con Giulio Baffi, promossa con Anct e Gispe, ha completato il focus sulla drammaturgia nel Mediterraneo incentrato anche sul «ponte culturale tra Italia e Grecia, ai molteplici ambiti di contatto e spunti di confronto e riflessione che esso offre e che il festival Miti Contemporanei si propone di valorizzare per il secondo anno consecutivo», ha spiegato la giornalista Paola Abenavoli.
L’apertura della sezione è stata dedicata all’autore teatrale greco Paris Takopulos, noto come il Beckett greco, e al suo monologo “Il penultimo dei Monikin”. La sua drammaturgia è stata commentata dalla docente di Studi Teatrali e ricercatrice Giorgia Karvunaki e dalla professoressa emerita dell’Università di Atene, Chara Bakonikola, che di lui hanno sottolineato “l’approccio destrutturante e lo stile giocoso come percorso essenziale di una scrittura teatrale alla ricerca di un incontro con lettori e spettatori”. Poi il mito di “Pasifae”, moglie di Minosse che partorì un essere dal corpo umano e dalla testa taurina, il Minotauro, è stato al centro dell’opera perduta di Euripide e del lavoro di riscrittura di Filippo Gessi.
Il commento sui due testi, uno greco e uno italiano, ha preceduto la loro rappresentazione affidata ai talentuosi attori Lorenzo Praticò (Il penultimo dei Monikin), Miryam Chilà e Teresa Timpano (Pasifae, madre di un Minotauro). (giornalistitalia.it)