ROMA – Scontro in Vaticano: da una parte, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò che dà voce a una serie di accuse contro il Pontefice e, dall’altra, Papa Francesco che non rinuncia a promuovere le ragioni della sua nuova Chiesa.
Questa lotta senza esclusione di colpi viene raccontata nel libro “Il giorno del giudizio”. In 288 pagine, gli autori Andrea Tornielli e Gianni Valente ripercorrono due anni di polemiche e di contrasti della politica vaticana.
Il volume, appena uscito, (edizione Piemme, 17,90 euro) non è un romanzo né un saggio, ma un vero e proprio reportage. L’inchiesta giornalistica è resa ancora più credibile dal fatto che, a firmarla, siano due vaticanisti fra i più autorevoli che conoscono ogni dettaglio del mondo cattolico.
Tornielli, famiglia novarese (anche se nato a Padova) ha lavorato una dozzina d’anni nella redazione del “Giornale” e, dal 2011, è coordinatore del sito web della Stampa “Vatican Insider”.
Pure Valente è un collaboratore della Stampa. Era stato redattore della rivista internazionale “30giorni” e, adesso, collabora con l’agenzia “Fides” delle opere missionarie e con la rivista “Limes”.
Il tema della pedofilia rappresenta il terreno di scontro attorno al quale si agitano le due anime della Chiesa. Una parte accusa il Pontefice di essere stato a conoscenza degli abusi che venivano commessi ma di non aver fatto nulla. L’attacco – frontale – dopo che era serpeggiato per mesi, fra le stanze vaticane, è emerso a Dublino, il 26 agosto 2018, quando Papa Francesco immaginava di incontrare le famiglie delle vittime per chiedere loro scusa. La lettera dell’arcivescovo Viganò è sembrata una vera e propria bomba perché si concludeva con la richiesta di dimissioni del Santo Padre.
Va da sé che l’altra metà della Chiesa ha reagito con ferocia, difendendo il Pontefice e sostenendo che avrebbe fatto assai di più dei suoi predecessori per sradicare le ragioni dello scandalo e impedirne ulteriori sviluppi.
Il tema in questione è di rilevanza assoluta perché la pedofilia è un peccato mortale (per il cattolico) e un reato gravissimo (per qualunque codice penale) le cui conseguenze potrebbero scuotere (e non poco) le fondamenta di San Pietro.
Tuttavia, dietro questo fenomeno assolutamente appariscente si nasconderebbe una lotta di potere fra progressisti e conservatori. Un contrasto di cattolici contro cattolici sul modo di intendere la vita della Chiesa e il suo apostolato.
Papa Francesco, sudamericano, da sempre vicino agli ultimi della terra, visitatore delle favelas e solidale con i poveri, immagina un’opera ecumenica in direzione degli emarginati. Gli altri intendono una Chiesa più tradizionale, rispettosa delle consuetudini e rigorosa nella dottrina.
Allora ci sono due Chiese: una della verità e l’altra del diavolo con ognuna che crede di essere nel vero accusando l’altra di sbagliare.
Il “Washington Post” (il 12 settembre) ha scritto un editoriale il cui titolo era: “Il tempo sta per finire per Papa Francesco?” È così? Questo conflitto è molto delicato e pericoloso perché gli scenari possono essere tanti. Quali?
Qualcuno ipotizza che si possa arrivare addirittura ad uno scisma. Altri più ottimisticamente ritengono che possa trattarsi di un’occasione per rinascere.
A dispetto del titolo, “Il giorno del giudizio” non si conclude con una tesi, ma lascia aperti interrogativi anche poderosi.
Nel testo, la documentazione è esclusiva e le testimonianze inedite. Gli autori descrivono le ragioni dei veleni che turbano la vita vaticana e cercano di mettere in ordine vicende apparentemente slegate fra loro.
Resta la questione di fondo. Arriva il “giorno del giudizio”? E, se sì, quando? (giornalistitalia.it)