ANKARA (Turchia) – Un “inferno”. Così il giornalista giapponese Junpei Yasuda, ostaggio dei militanti per oltre tre anni in Siria, ha descritto la sua lunga prigionia. L’uomo è stato liberato a inizio settimana e quindi portato in Turchia, dove i responsabili di governo giapponesi ne hanno accertato l’identità prima di confermare, ieri, il suo rilascio.
Ha in seguito preso un aereo per Tokyo, scambiando prima di imbarcarsi qualche battuta con i giornalisti in un’intervista trasmessa dai media nipponici.
«È stato un inferno», ha raccontato il reporter, barba folta e capelli grigi, «Non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Il pensiero quotidiano “Non sono stato rilasciato neanche oggi” mi ha fatto perdere il controllo su me stesso un po’ alla volta”. Yasuda, atteso a Tokyo nella serata di oggi, ha parlato non tradendo agitazione nell’intervista, ma è sembrato provato e stanco, anche se tutto sommato in salute.
«Per circa quaranta mesi, non ho detto una singola parola di giapponese. Le parole non mi vengono in mente facilmente», ha spiegato. (askanews)
Il reporter giapponese è libero dopo 3 anni nelle mani di militanti islamici in Siria