CITTA’ DEL VATICANO (Vaticano) – «Un giornalismo capace di distinguere il bene dal male, le scelte umane da quelle disumane. Oggi c’è una mescolanza che non si distingue, ecco voi dovete aiutare a distinguere, a separare il bene dal male». Parole di Papa Francesco ai giornalisti cattolici appartenenti all’Ucsi, ricevuti in udienza, stamane, nella Sala Clementina della Santa Sede.
«Vi ringrazio di essere qui nel vostro 60° anniversario – ha esordito il pontefice, parlando a braccio – e ringrazio la vostra presidente, Vania De Luca: è coraggiosa, parla forte!».
E ancora: «Il giornalista è il cronista della storia a cui spetta una grande responsabilità. E il giornalismo, la comunicazione hanno bisogno di parole vere, non vuote. Possiate dare – ha rimarcato Bergoglio – il vostro contributo per smascherare le parole false e distruttive».
«Quante volte il giornalista vuole andare su questa strada – ha proseguito il pontefice – ma ha dietro di sé un editore che gli dice “questo si pubblica, questo no”. Non abbiate paura di rovesciate l’ordine delle notizie – il monito di Papa Francesco gli uomini e alle donne del mondo dell’informazione – per dar voce a chi non ne ha. Per raccontare notizie reali. Vi ringrazio perché già vi sforzate per lavorare in questa direzione».
«Un’associazione come la vostra – ha concluso Bergoglio – per continuare a dare i suoi frutti deve riconoscere e tagliare i rami secchi, rami che si sono seccati perchè hanno perso il contatto con le radici, con la vita vera».
Ecco, allora, che il Papa cita “un bell’esempio per tutti”: «Il 12 giugno la Chiesa ha proclamato beato il primo giornalista laico, Manuel Lozano Garrido, più conosciuto come Lolo. Nonostante la malattia lo avesse costretto a vivere per 28 anni sulla sedia a rotelle, non cessò mai di amare la sua professione. Nel suo “decalogo del giornalista”, Lolo raccomanda di “pagare con la moneta della franchezza”, di “lavorare il pane dell’informazione pulita con il sale dello stile e il lievito dell’eternità” e di non servire “né pasticceria né piatti piccanti, piuttosto il buon boccone della vita pulita e speranzosa”. Davvero un bell’esempio per tutti», rimarca Francesco. Che, nel benedire «di cuore il vostro lavoro perché sia fecondo», si raccomanda, ancora una volta: «Per favore, non dimenticatevi di pregare per me». (giornalistitalia.it)