ROMA – Succede anche questo nel nostro Paese. Che, cioè, un ministro della Repubblica vada su tutte le furie perché un giornalista ha osato chiamarlo – pardòn, nel caso specifico chiamarla, visto che parliamo di un ministro con la gonna – con il titolo che gli (le) compete. Ministro.
«Riesco a dirle di chiamarmi ministra o è complicato?». Queste le parole piccate con cui il ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, si è rivolto (oddio, che confusione: dovremmo dire “rivolta”?) a un giornalista, a margine della conferenza stampa tenutasi a palazzo Chigi dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dei decreti legislativi sulla “buona scuola”.
Ebbene, visibilmente indignata, la Fedeli sale in cattedra e bacchetta uno dei giornalisti presenti in sala, “colpevole” di averle rivolto una domanda sul provvedimento appena varato chiamandola “ministro”. Quando le pari opportunità sconfinano nel ridicolo. (giornalistitalia.it)
“È complicato chiamarmi ministra?” ribatte, indignata, al cronista che la interpella