CITTA DEL VATICANO – La passione per il giornalismo è cominciata da ragazzo in Sicilia: era ancora all’oratorio quando pubblicò i primi articoli su giornali ciclostilati. Poi arriva la vocazione ed entra nella congregazione dei Salesiani di don Giovanni Bosco. Ma anche nel mondo della Chiesa c’è da “raccontare” e la passione per il mestiere del giornalista continua. È don Giuseppe Costa, che oggi è tra i portavoce della Congregazione dei Salesiani, ma che negli ultimi quarant’anni si è occupato di editoria e giornalismo, passando anche per la docenza universitaria.
“Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo” è il suo libro, pubblicato in questi giorni da Nemapress Edizioni (305 pagine, 22 euro).
Don Costa, che è giornalista pubblicista iscritto all’Ordine della Sicilia dal 9 maggio 1980, è stato per dieci anni, dal 2007 al 2017, il direttore della Libreria Editrice Vaticana.
«Conoscere da vicino i papi Benedetto XVI e Francesco, condividerne pareri e sentirne opinioni editoriali e soprattutto tradurre i libri per il mercato editoriale internazionale è stata per me una grande sfida – sottolinea il salesiano-giornalista – che oggi posso dire d’aver vinta a servizio della Chiesa. Sono stati anni di grande attività internazionale con contatti e contratti fra i più alti ai quali l’editoria può aspirare».
Un amore per il profumo della carta stampata che ha frequentato con centinaia di articoli per i giornali della congregazione, ma anche per Avvenire, L’Osservatore Romano, Il Popolo. Nella raccolta di quarant’anni di articoli emerge uno spaccato della Chiesa ma anche della politica e della società.
Il mondo giovanile dell’ultimo mezzo secolo è per esempio raccontato attraverso le cronache delle Giornate Mondiali della Gioventù, le “Woodstock” inventate da Giovanni Paolo II per richiamare la partecipazione dei giovani alla vita della Chiesa usando il loro linguaggio. Ma ci sono anche gli incontri e le interviste con quei giovani alla guida delle federazioni giovanili dei partiti che poi hanno avuto un ruolo di primo piano nella storia politica italiana, da Massimo D’Alema, capo
della Fgci, a Bruno Lanfranchi della Federazione giovanile socialista, o Marco Follini delegato nazionale del movimento giovanile della Dc.
Don Costa, oggi 76enne ed ancora operativo nel mondo della comunicazione salesiana, si è formato tra Messina, Roma, Catania e Milwaukee negli Stati Uniti. Una vocazione universale che lo ha successivamente portato a raccontare gli emarginati della terra, da Nairobi ad Harlem, dall’India alle Ande. Ma un capitolo del libro è dedicato anche alle cronache siciliane.
Originario di Gela (Caltanissetta), don Costa non ha mai reciso il legame con la sua terra per la quale, nel suo mestiere di giornalista, ha sempre messo in evidenza la bellezza del territorio e l’antica storia: “i secoli d’oro” dell’isola che era “sulle antiche rotte di pace e di commercio nel Mediterraneo”. Parlando per esempio della Bibbia Xibetana, proveniente da Calascibetta (Enna), don Costa nel 2003, sull’Osservatore Romano sottolineava: «Testimonia la grande diffusione del Libro dei libri in Sicilia. Testimonia altresì la storia e la speranza di una chiesa il cui percorso artistico ed umano non può essere ignorato». (ansa)
Quarant’anni di cronache nel libro di don Giuseppe Costa, già a capo dell’Editrice Vaticana