ROMA – Il Comitato di redazione e la Rappresentanza sindacale unitaria del Giornale hanno proclamato una giornata di sciopero «per protestare contro la decisione unilaterale della Società europea di edizioni», comunicata ieri, di chiudere, a partire dal 30 aprile prossimo, la redazione romana della testata. Lo rende noto il Cdr del quotidiano, sottolinenando che «le rappresentanze sindacali deprecano e respingono la decisione, arrivata dopo mesi di trattative sulla riduzione del costo del lavoro giornalistico, durante le quali i dipendenti del quotidiano fondato da Indro Montanelli hanno dimostrato la massima disponibilità. Ai dipendenti poligrafici una ipotesi analoga era stata semplicemente ventilata e mai neppure formalizzata».
Ora «l’azienda, con un vero e proprio ricatto, – incalza il Cdr – mette diciannove lavoratori e le loro famiglie davanti alla scelta secca tra le dimissioni e il trasferimento coatto da Roma a Milano. La chiusura della redazione del giornale si configura come una rappresaglia di un management poco abituato a relazioni industriali collaborative. La soppressione della redazione romana rappresenta la perdita di un punto riferimento culturale e politico e segna il tramonto di una lunga stagione editoriale. La scelta non porta alcun beneficio economico ai conti del quotidiano, anzi rischia di relegarlo ad un ruolo di foglio senza più ambizioni nazionali. La redazione di Roma è sempre venuta incontro alle esigenze economiche e strutturali de Il Giornale, con un progetto riuscito di integrazione sul lavoro di desk tra Roma e Milano».
Al loro fianco la Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni regionali di Stampa che ribadiscono «la ferma contrarietà a questo tipo di politiche miopi che pretendono di far quadrare i conti sulla pelle dei lavoratori».
«Per di più – rimarca il sindacato –, come rileva il Cdr, la decisione di chiudere la redazione romana si configura come “una rappresaglia di un management poco abituato a relazioni industriali collaborative” e rischia di relegare il quotidiano fondato da Indro Montanelli a un ruolo marginale nel panorama dell’editoria italiana, mortificando la professionalità di chi vi lavora. La Fnsi e le Associazioni regionali di Stampa sono accanto ai colleghi del Giornale e sono pronte ad affiancarli in ogni iniziativa che decideranno di mettere in campo per tutelare i posti di lavoro e il futuro del quotidiano». (giornalistitalia.it)
Il Cdr: “Un ricatto per 19 lavoratori tra dimissioni o trasferimento”. Insorge la Fnsi