VENEZIA – Il Gazzettino domani, domenica 22 aprile, non sarà in edicola ed il sito internet del quotidiano oggi non è stato aggiornato per uno sciopero dei giornalisti contro il taglio unilaterale dei compensi ai collaboratori esterni.
La mobilitazione in atto fra i collaboratori del Gazzettino, in sciopero da giorni, seguita a quella dei collaboratori del Corriere del Veneto, ha infatti portato all’attenzione dell’opinione pubblica una realtà denunciata da tempo dai comitati di redazione e dal Sindacato e dall’Ordine dei giornalisti del Veneto.
«Il riferimento – denuncia il Cdr – è all’inaccettabile sfruttamento del lavoro giornalistico di chi – da fuori – concorre ogni giorno alla realizzazione del “prodotto finale”, ovvero di quotidiani radicati saldamente nel territorio, voce e interpreti dell’identità sociale, culturale, politica, storica, economica. Il valore aggiunto delle testate venete sta proprio in questo: nella presenza capillare nel territorio garantita dai collaboratori, specie in una organizzazione del lavoro che vede i redattori sempre più inchiodati al desk, schiavi di una tecnologia che invece di lasciare tempo da dedicare alla scrittura e alla impostazione delle singole pagine, costringe a incombenze che di giornalistico hanno ben poco».
«Ecco – spiega il Cdr – che la battaglia dei collaboratori, che noi preferiamo definire “redattori aggiunti”, pone il problema generale della qualità e della dignità del lavoro giornalistico: dentro e fuori le redazioni. Come ci può essere informazione di qualità quando chi è dentro le redazioni è sottoposto a carichi e a turni di lavoro pesantissimi per il taglio continuo dell’organico e per l’aumento di mansioni perfino amministrative e/o impiegatizie, e chi è fuori è sotto il giogo della minaccia del taglio continuo dei compensi, già esigui, senza alcuna tutela, senza alcuna garanzia, in una condizione di assoluta precarietà?».
Sindacato e Ordine hanno aderito al tavolo regionale messo a disposizione dall’assessore al Lavoro, Elena Donazzan, la quale ha compreso che il problema va affrontato nella sua complessità.
«Il fronte – sottolinea il Cdr – deve essere compatto: la solidarietà giunta ai collaboratori del Gazzettino, dai collaboratori del Corriere del Veneto, dagli “strategici” di Athesis (L’Arena e il Giornale di Vicenza) e dai collaboratori dei giornali veneti del Gruppo Gedi (Corriere delle Alpi, Mattino di Padova, Tribuna di Treviso e Nuova di Venezia) è un segnale di unità importantissimo, al quale ha aderito anche il cdr della Rai del Veneto. Gli editori devono fare la propria parte: non possono rispondere alla crisi del settore con la mera logica della riduzione delle spese – organico giornalistico, stipendi, compensi – senza un piano di rilancio complessivo e condiviso. La sfida si vince con una informazione di qualità, libera, indipendente, critica e con giornalisti che non devono sentirsi minacciati: né dentro né fuori.
I giornali veneti sono un patrimonio prezioso di tutti i veneti: a confermare tale consapevolezza le numerosissime attestazioni di solidarietà che sono arrivate e continuano ad arrivare in questi giorni, da istituzioni ed esponenti politici di tutti gli schieramenti».
La Federazione Nazionale della Stampa italiana è al fianco dei colleghi del Gazzettino di Venezia in sciopero contro il progressivo depauperamento del giornale. «È necessario – sottolinea la Fnsi – che quella che è da sempre la voce autorevole del Nord Est torni a recitare un ruolo da protagonista, dando voce ai territori di riferimento. Per questo occorre investire sui giornalisti, potenziando l’offerta di informazione, guardando sia agli organici, sempre più ridotti, sia alla rete dei collaboratori, che in molti casi sono veri e propri redattori esterni senza diritti, tutele e garanzie contrattuali e ai quali recentemente sono stati ulteriormente ridotti in modo unilaterale i compensi già esigui».
Il sindacato dei giornalisti auspica che «l’editore voglia avviare un confronto serrato sul rilancio del giornale, affrontando tutte le criticità accumulate nel corso del tempo, a cominciare dalla qualità del lavoro di tutti i giornalisti». (giornalistitalia.it)
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