BOLOGNA – «Una sentenza che riafferma la necessità di difendere la libertà di informazione ed il diritto dei giornalisti di tutelare le fonti». Giovanni Rossi, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, commenta così la sentenza del tribunale di Ancona che ha respinto la richiesta dell’ex procuratore aggiunto Valter Giovannini, oggi in pensione, di un risarcimento di 80mila euro da parte del giornalista del Resto Carlino, Enrico Barbetti. «Un atto – sottolinea Rossi – che rappresenta un importante precedente sul fronte della libertà di stampa».
Il processo, in sede civile, era nato dalla richiesta di risarcimento di Giovannini che aveva ritenuto lesive le affermazioni di Barbetti nell’esposto inviato nel 2017 a Csm, ministro della Giustizia, Procura generale in Cassazione, Procura generale in Corte d’Appello e Procura di Ancona. Esposto nel quale il giornalista, assistito dagli avvocati di Cdr e Aser, chiedeva di far luce sulla legittimità dell’acquisizione, da parte del magistrato, dei tabulati telefonici suoi e di altri colleghi nell’ambito dell’inchiesta Faac, in cui i giornalisti non erano né indagati, né in contatto con indagati.
Tabulati fatti allo scopo di «individuare le fonti, potendo da esse ricostruire meglio qualche contorno della complessa vicenda d’indagine», come scritto dal magistrato ora condannato al pagamento delle spese legali. Ne era scaturito un procedimento a suo carico, poi archiviato. L’Ordine dei giornalisti, inoltre, ricorda «la necessità di una riforma generale del settore a cominciare da provvedimenti come quelli che sarebbero necessari per contrastare le querele temerarie, abrogare la previsione del carcere per il reato di diffamazione, attuare la legge sull’equo compenso».
Dal canto suo, l’Aser evidenzia che «nelle pagine della sentenza vengono anche riaffermati una serie di principi fondamentali che auspichiamo vivamente possano cementare in futuro la libertà di stampa e restituire la serenità anche a tanti altri colleghi che tutti i giorni svolgono il loro lavoro con serietà in contesti difficili».
«Nella mia lunga carriera di pm – scrive Giovannini – ho sempre tutelato, al massimo livello, il diritto di cronaca e di critica al punto di essere, qualche volta, stato criticato da miei colleghi per un eccesso di buonismo nei confronti dei giornalisti. Concordo pienamente – prosegue – con la richiesta dell’Ordine di una maggiore tutela nei confronti dei giornalisti, in particolare per quel che riguarda le loro fonti. Personalmente sono convinto che è tempo che si approvi una legge che vieti l’acquisizione dei tabulati o le intercettazioni telefoniche nei confronti dei giornalisti, salvo eccezionali e comprovate ragioni».
Nella citazione, aggiunge «non ho mai contestato il diritto del giornalista di dolersi segnalandomi», perché «la mia doglianza riguardava esclusivamente il periodo conclusivo dell’esposto» dove «la prassi di richiedere i tabulati dei cronisti per individuare le fonti sarebbe stata applicata con disinvoltura dal procuratore aggiunto Valter Giovannini in altre occasioni».(giornalistitalia.it)