SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) – Giornalismo campano in lutto per la scomparsa del giornalista Pietro Nardiello. Aveva 47 anni e dal 19 aprile era ricoverato al Covid Center dell’Ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere dopo aver contratto il coronavirus una ventina di giorni fa. È il 56° giornalista italiano ucciso dal Covid-19.
Nato a Salerno il 29 luglio 1973, viveva a Napoli ed era giornalista pubblicista iscritto all’Ordine della Campania dal 13 luglio 2005. Collaboratore di diverse testate, tra cui l’edizione campana de la Repubblica, La Città di Salerno e Radio Sportiva, nel 2010 si era aggiudicato Premio giornalistico “Paolo Giuntella” con l’antologia “Strozzateci tutti” e nel 2016 il Premio “Zaccaria Tartarone”.
Pietro era, infatti, anche un bravo scrittore e recentemente aveva curato l’antologia calcistica “Interrompo dal San Paolo” (Giammarino editore, 2020).
In precedenza aveva pubblicato due volumi sulla sua squadra del cuore: “Salernitana 19:19” con Nicola Ianuale e “Guidaci ancora Ago” su Agostino Di Bartolomei e dato un prezioso contributo alla realizzazione del volume “Il Grande Torino, campioni per sempre”. Ha scritto anche il romanzo “Un sogno meraviglioso” (2015), curato su Radio Rai la trasmissione radiofonica “Tre Parole Fuori dal Vulcano” e collaborato con il Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel 2014, per il suo impegno contro la camorra, gli avevano danneggiato l’auto lasciando sul parabrezza un biglietto intimidatorio.
Il 27 aprile aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una foto accompagnata da un messaggio di speranza: «Da oggi senza casco, con ossigeno e sulla poltrona», ma il maledetto virus non gli ha lasciato scampo. (giornalistitalia.it)
LEGGI ANCHE:
Sono 56 i giornalisti italiani morti di Covid-19