LONDRA (Gran Bretagna) – Julian Assange e gli altri detenuti del suo blocco nel carcere di Belmarsh sono stati messi in isolamento a causa di un focolaio di Covid dilagato all’interno dello stesso penitenziario di massima sicurezza londinese. Lo ha denunciato lo stesso attivista australiano 48enne, fondatore di WikiLeaks,
Tutti i reclusi, come le guardie carcerarie, sono stati sottoposti a tampone. Nel frattempo sono state imposte severe limitazioni all’interno della struttura: stop alle attività fisiche, chiusura dei bagni per le docce, e sospensione della mensa.
I pasti vengono serviti poi direttamente nelle celle dalle quali i detenuti non potranno uscire fino a quando non sarà rientrata l’attuale emergenza. Le visite dei parenti erano già state sospese varie settimane fa, mentre è da marzo che i detenuti non possono incontrarsi con i propri legali.
Assange è in attesa del verdetto di primo grado della giustizia britannica sulla controversa istanza di estradizione presentata dal governo Usa, che gli dà la caccia fin da quando WikiLeaks diffuse – con la collaborazione di non poche prestigiose testate giornalistiche internazionali – montagne d’imbarazzanti documenti riservati fatti filtrare dagli archivi Usa e relativi fra l’altro a crimini di guerra commessi in Afghanistan e in Iraq.
Il primo verdetto – dal quale quasi tutti i commentatori attendono uno scontato via libera alla consegna oltre oceano, malgrado le proteste di numerosi attivisti, organizzazioni internazionali e associazioni per i diritti umani – è atteso verso inizio gennaio. (ansa)
Il fondatore di Wikileaks nella prigione di Belmarsh in attesa di estradizione negli Usa