NOVARA – Il Corriere di Novara festeggia 140 anni di vita con una serie di inserti che celebrano un secolo e mezzo (quasi) di storia e di informazione. Le pubblicazioni rievocative escono in edicola l’ultimo sabato del mese fino al 30 di dicembre.
“Il giornale, per Novara e per la provincia è un’istituzione”. Il direttore Roberto Azzoni conviene che, in un periodo così lungo, sono evidenti momenti facili e tempi un po’ più complicati. “Però – rivendica – dal momento della sua comparsa ad oggi è rimasto fedele a se stesso, occasione di dibattito e di confronto, sempre presente nelle discussioni che riguardavano (e riguardano) il futuro della città”.
Azzoni guida il Corriere di Novara dal primo gennaio 2015 ed è, contemporaneamente, direttore de “L’eco di Biella” dal 2007. Il duplice incarico si spiega con il fatto che entrambe le testate facevano riferimento all’Unione Industriali che, dopo aver assicurato decenni di vita autonoma, ha optato per una sinergia di gruppo, allo scopo di favorire scambi culturali fra le due province e diminuire i costi.
Il Corriere di Novara è nato alla fine di maggio 1877 per comparire in edicola nel mese di giugno. Si presentava con un formato che, oggi, apparirebbe gigantesco: 24 centimetri di base e 36 d’altezza. Il fondatore della testata si chiamava Napoleone Lenta che, essendo titolare di una tipografia, poteva stampare autonomamente il giornale. Il primo direttore era un giovane avvocato di 27 anni: Angelo Spattini.
La prima tiratura è stata di 350 copie distribuite praticamente solo nella città capoluogo. Con una popolazione analfabeta al 90 per cento si trattava di una diffusione ragguardevole. Vita non sempre facile. Durante il ventennio fascista, il giornale è stato (di fatto) costretto ad abbassare la serranda per ricomparire con la liberazione nel 1945. Le sue pagine hanno attraversato i tempi della prima e della seconda monarchia e poi quelli della prima e della seconda repubblica.
Il Corriere di Novara per oltre un secolo ha avuto cadenza settimanale. In una provincia che è considerata “di confine” con i vantaggi e gli handicap di collocarsi in una specie di terra di nessuno, il giornale ha rappresentato un punto di riferimento e di sintesi fra la cultura e l’economia della Lombardia, che comincia a 15 chilometri di distanza, e quelle più propriamente piemontesi di Torino che è assai più distante, ma che è il capoluogo di regione.
Proprio per questo, un numero ogni sette giorni è sembrato insufficiente. Il giornale si è dapprima sdoppiato uscendo due volte (il lunedì e il giovedì) e poi aggiungendo un terzo numero che va in edicola il sabato. Con un formato tabloid e una grafica che, anticipando la concorrenza, ha utilizzato il colore.
“Certo – conviene il direttore Azzoni – adesso, la carta stampata deve affrontare condizioni difficili. Anche in provincia, la crisi morde e si fa sentire”. Le vendite restano interessanti: intorno alle 20 mila copie, a testimonianze della credibilità conquistata e mantenuta. Ma la pubblicità è in calo da qualche tempo, compromettendo i bilanci.
“Fino al 2015 le inserzioni si sono mantenute a livello soddisfacente”. Parola di direttore. “Il 2016 è stato più faticoso ma, alla fine, abbiamo chiuso la gestione con un gettito pubblicitario simile a quella dell’anno precedente. Questo 2017, invece, mostra un arretramento preoccupante”.
Le imprese di media dimensione hanno a che fare con i loro bilanci in sofferenza e la pubblicità sui giornali è la prima voce a essere tagliata. Il piccolo commercio, invece, si va spostando su Internet e su Amazon drenando risorse che, prima, assicuravano buona vita ai giornali locali.
“E tuttavia – un accenno di ottimismo – se stiamo ricordando i 140 anni di vita di un giornale, significa che siamo ancora qui e che non intendiamo alzare bandiera bianca. Non ancora”. (giornalistitalia.it)
Riccardo Del Boca