ROMA – Nel webmagazine dell’Ufficio stampa del Cnr, on line da oggi, l’attenzione è rivolta ad alcuni oggetti che parrebbero superati definitivamente dal digitale, dalle reti e dal virtuale, ma che, in realtà, come dimostrano i ricercatori, non sono affatto scomparsi: alcuni, anzi, sono ancora molto popolari o sono tornati “di moda”. Talvolta, grazie ad una “iniezione di innovazione”.
Negli ultimi anni il mondo si è trasformato enormemente. L’avvento di Internet, il digitale, la dematerializzazione sembrano aver reso definitivamente obsoleti alcuni oggetti: il libro cartaceo, la macchina fotografica, il disco in vinile, il televisore… Oggi bastano uno smartphone o un tablet per ascoltare musica, vedere un film, scattare una foto, leggere un quotidiano. Eppure, alcuni “oggetti smarriti” sono stati ritrovati, non sono affatto scomparsi e anzi godono di una ritrovata popolarità. A loro è dedicato il Focus monografico dell’Almanacco della Scienza on line da oggi, costruito come sempre con l’aiuto dei ricercatori del Cnr.
Il presidente del Cnr (e prima ancora dell’Istituto nazionale di metrologia) Massimo Inguscio parla degli orologi atomici, in un articolo dedicato ai “vecchi” orologi con le lancette che molti millennials non riescono neppure a leggere. Rinaldo Psaro, direttore dell’Istituto di scienze e tecnologie molecolari, e Lucia Maddalena, dell’Istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni, spiegano come si facciano rivivere le vecchie pellicole, peraltro ancora usate da molti registi; della seconda giovinezza di vinile e musicassette ci raccontano, invece, Diego Gonzales e Domenico Stanzial dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi; Marco Faimali dell’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino, vincitore di numerosi photocontest, spiega la differenza tra la fotografia di una reflex e i selfie fatti con i cellulari.
Alla buona salute dell’inossidabile radio è dedicato l’intervento di Andrea Filippetti studioso di innovazione e cambiamento tecnologico dell’Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie “Massimo Severo Giannini”; sempre alla radio è indirettamente legato anche il “Faccia a faccia” nel quale abbiamo incontrato Giorgio Zanchini, storico conduttore di “Radio anch’io” che dal 9 settembre passa in tv, al programma di libri di Rai Tre “Quante storie”.
Altri oggetti sempre affascinanti, nonostante l’età, sono le mappe e le biciclette, del cui ammodernamento tecnologico abbiamo discusso rispettivamente con Paolo Plini dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico responsabile del progetto “I luoghi della Grande Guerra” e Pietro Calandra, dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati.
I libri e i giornali cartacei cercano di resistere, con molta fatica in entrambi i casi ma esiti diversi: lo vediamo rispettivamente con Francesco Antinucci dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione e Lamberto Maffei già direttore dell’Istituto di neuroscienze e con Anna Vaccarelli dell’Istituto di informatica e telematica.
Augusto Chioccarello e Mauro Tavella ci illustrano la collezione di strumenti utilizzati a supporto della didattica, come il laserdisc e i filmini Super 8, custodita presso l’Istituto per le tecnologie didattiche di Genova.
A proposito di oggetti da collezioni e raccolte, Antonio Cerasa neuroscienziato dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare spiega come si distingua la semplice passione dalla sua deriva patologica.
Nelle altre rubriche troviamo, tra l’altro: in “Altra ricerca” i due assegni di ricerca banditi dall’Istituto di bioeconomia del Cnr e la mostra “E-vento” in corso fino al 4 novembre al Castello di Pergine Valsugana (Tn); tra le Recensioni, la serie televisiva “The hot zone”, dedicata alla diffusione del virus Ebola negli Usa e il volume “Mostri: la storia e le storie” (Carocci) di Lorenzo Montemagni Ciseri; tra i Video del mese, “I cebi e l’arte di scavare alla ricerca di radici”. (giornalistitalia.it)
On line il nuovo Almanacco della Scienza: come resistono radio, giornali e Super 8