Scelto per condurre una striscia informativa su Rai 3: “Non ne abbiamo bisogno”

Il Cdr del Tg1 spara a zero su Marco Damilano

Marco Damilano

ROMA – «Mentre si chiedono sacrifici alle redazioni, si tagliano edizioni (come recentemente accaduto da ultimo alla Tgr), si limitano o peggio si impediscono gli interventi o le collaborazioni dei giornalisti Rai all’esterno dell’azienda, non si investe in formazione e in sicurezza, come ci insegna la vicenda dei pochi e male equipaggiati inviati in Ucraina, all’inizio della guerra (e solo ora si sta rimediando), al tempo stesso si decide di spendere risorse per una nuova trasmissione d’informazione, affidandola a una figura esterna, come se in Rai e nelle nostre testate non ci fossero già le professionalità e le capacità necessarie, dimostrate più volte. Non abbiamo bisogno dell’ennesimo giornalista esterno che collabora con aziende e testate concorrenti».
Lo afferma il Comitato di redazione del Tg1 chiedendo all’azienda di viale Mazzini di conoscere «i criteri che hanno portato alla scelta di Marco Damilano per condurre una striscia informativa prevista alle 20.35 su Rai Tre».
Il Cdr chiede, inoltre, di conoscere «quali sono i costi» che comporterà la nuova trasmissione del giornalista che il 4 marzo scorso si è dimesso da direttore del settimanale l’Espresso.
«Ancora più grave» per il Cdr è «la coincidenza di orario del nuovo programma con un’edizione di un nostro telegiornale nazionale. Si tratta – a giudizio del Comitato di redazione del Tg1 – di un’assurda e inaccettabile concorrenza interna. Per questo, come Cdr del Tg1 ci uniamo alla battaglia dell’Usigrai e dei colleghi del Tg2 nel denunciare l’incoerenza e la totale mancanza di visione di questa decisione aziendale».
Il Cdr del Tg1 ritiene, infine, «inaccettabile da un lato operare tagli all’informazione (dalle edizioni alle troupe) in una presunta ottica di risparmio dei costi e dall’altro assumere esterni a caro prezzo. Uno schiaffo ai danni dei professionisti Rai e uno spreco, quello sì, di denaro pubblico. La decisione di affidare a un collega esterno una trasmissione d’informazione è l’ennesima umiliazione delle nostre preziose risorse interne. Ci aspettiamo, invece, una dirigenza capace di valorizzare e promuovere i colleghi che già compongono la grande famiglia Rai». (giornalistitalia.it)

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