ROMA – «Il Tg1 vince il premio censura per aver prima insabbiato le pesanti critiche di Cantone a Dl Sblocca Cantieri nell’edizione delle 13,30 e poi per aver direttamente cancellato la notizia della Relazione Annuale dell’Anac nell’edizione delle 20. Una disinformazione che fa paura». Il giornalista Michele Anzaldi, deputato del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai, accende la miccia che provoca la durissima reazione del Cdr del Tg1 che convoca per la prossima settimana l’Assemblea di redazione sottolineando che il «teatrino su risorse interne offende tutti i giornalisti Rai».
Anzaldi ha dichiarato che «l’edizione di prima serata, gestita da un vice direttore esperto di questioni giudiziarie come Grazia Graziadei, ha dato spazio ai 35 anni del gioco “Tetris”, ma non al Rapporto di fine mandato del giudice Cantone, che oggi campeggia sulle prime pagine dei giornali. Persino il Tg3, dopo aver nascosto le critiche di Cantone al governo nell’edizione di pranzo, a sera ha aggiustato il tiro e dato informazione in modo corretto del suo intervento. Il Tg1, invece, non solo ha insabbiato le critiche a pranzo, ma a sera ha totalmente eliminato il servizio».
«Per il direttore Carboni, – sostiene Anzaldi – Cantone non fa notizia, l’accusa del presidente dell’Anac di favorire la corruzione con le norme dello Sblocca Cantieri non fa notizia. A tanto non è arrivato neanche il Tg2, che ha dato conto delle parole di Cantone sia a pranzo che a cena. Come fanno il Cdr, i vicedirettori, la redazione, l’Usigrai, l’Ordine dei Giornalisti a fare finta di nulla? Come si può accettare un tale asservimento dell’informazione pubblica alla propaganda?».
Immediata la replica del Comitato di redazione del Tg1 che «ritiene irricevibili per i suoi toni intimidatori e le sue pose censorie le esternazioni seriali di un deputato dell’opposizione e segretario della Vigilanza Rai. Così come appaiono inaccettabili le accuse di parzialità mosse a questa testata da un importante esponente del governo e leader di partito riguardo al racconto fatto da questo giornale sulle elezioni europee».
«Siamo impegnati – afferma il Cdr – a fare informazione non volendo essere ostaggi né della maggioranza né dell’opposizione. Basta con esternazioni che accentuano e rendono intollerabile lo schema rovesciato della politica che vorrebbe controllare l’informazione spingendosi fino al punto di additare al pubblico ludibrio l’operato di singoli colleghi».
«La madre di tutti i problemi – a giudizio del Cdr del Tg1 – è e resta il modello di governance della Rai figlio di una legge sbagliata che lede profondamente il principio di indipendenza e di autonomia del Servizio pubblico radiotelevisivo. È in questa cornice alterata dei rapporti tra politica e informazione che va anche inquadrata la dichiarazione resa ieri dall’ad Salini in Vigilanza in risposta alle critiche sugli ingaggi esterni per la conduzione di UnoMattina.
Dice Salini: “L’intenzione è valorizzare le risorse interne e ho inviato una nota ai direttori di rete in questo senso, nel rispetto dell’autonomia editoriale dei direttori di rete, che, se pensano di non trovare risorse adatte ai programmi possono rivolgersi all’esterno”. Questo significa – afferma il Cdr – che, visti gli sviluppi della situazione, i giornalisti interni sono inadatti a svolgere quel ruolo».
«Di fronte a questo teatrino che offende non solo i giornalisti del Tg1, ma di tutta la Rai», il Cdr del Tg1 «risponde e risponde unitariamente convocando l’assemblea di redazione per la settimana prossima per rinsaldare un’unità professionale fatta anche di autocritica, sempre doverosa, ma chiedendo il rispetto per il lavoro dei colleghi oltre che della dignità, la storia, il prestigio e l’indipendenza della prima e più importante testata italiana». (giornalistitalia.it)