Marco Rizzo: “Fdi accende i riflettori sul vero problema della libertà di espressione”

Il caso Visione TV finisce in Parlamento

Marco Rizzo e Francesco Toscano

ROMA – Finisce in Parlamento il caso Visione TV, la testata giornalistica diretta da Francesco Toscano oscurata per una settimana dal canale Youtube. I deputati Tommaso Foti, Manlio Messina, Alfredo Antoniozzi, Elisabetta Gardini, Augusta Montaruli e Massimo Ruspandini, hanno infatti presentato in VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) un’interrogazione e parlamentare al Presidente del Consiglio e ai ministri delle Imprese e del Made in Italy e della Giustizia.

Tommaso Foti, presidente del Gruppo Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati

Denunciando che «nei giorni scorsi la piattaforma privata digitale YouTube ha deciso di chiudere per una settimana il canale “Visione TV”, diretto da Francesco Toscano, nato con l’obiettivo di difendere la libertà di pensiero e di espressione», i deputati di Fratelli d’Italia osservano che «la motivazione addotta risulta disarmante e stupefacente poiché si fonderebbe sul fatto di aver pubblicato, il 10 aprile 2024, una prima pagina del quotidiano “La Verità”, regolarmente registrato in un tribunale italiano».

«Il provvedimento – sottolineano i deputati – appare agli interroganti del tutto privo di fondamento, ed è evidente che il canale “Visione IV” debba ritornare attivo, evitando per il futuro analoghe compressioni della libertà di espressione del pensiero».

Elisabetta Gardini

«La libertà di espressione – ricordano i deputati Foti, Messina, Antoniozzi, Gardini, Montaruli e Ruspandini – è una libertà fondamentale dell’individuo, tutelata dall’articolo 21 della nostra Costituzione, e costituisce un principio cardine di ogni ordinamento democratico».
I deputati di Fratelli d’Italia chiedono, quindi, di sapere «se la questione sopra rappresentata sia nota al Governo e quali iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere normativo, intenda assumere o promuovere al fine della concreta tutela della libertà di espressione in quanto tale, alla luce del caso segnalato».
Commentando l’interrogazione parlamentare, il coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare, Marco Rizzo, che per primo ha denunciato il caso, evidenzia che si tratta di «una vera e propria censura alla libertà di espressione nel nostro Paese.

Manlio Messina, Alfredo Antoniozzi e Massimo Ruspandini

La fondatezza della nostra critica è testimoniata da questa importante interrogazione del Presidente del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, on. Tommaso Foti, e di altri deputati che chiedono il parere del Governo Italiano per questa incredibile situazione.

Augusta Montaruli

Un’iniziativa di grande rilevanza, un atto concreto da parte di parlamentari che hanno opinioni diverse da noi, ma che individuano nell’enorme potere delle piattaforme social private estere il vero nodo da sciogliere in merito alla libertà di espressione».
«Si tratta – sottolinea Rizzo – della prima iniziativa del principale partito della maggioranza di governo contro un evento così grave come l’ingiusta sospensione delle attività di un’emittente libera».
Come pubblicato il 26 luglio scorso da Giornalisti Italia, nell’esprimere piena solidarietà a Visione TV e ai colleghi Francesco Toscano e Marco Rizzo, il segretario generale della Figec Cisal, Carlo Parisi, ha evidenziato tra l’altro che «Visione TV è una testata giornalistica regolarmente registrata in tribunale e, pertanto, YouTube dovrebbe tenere conto che ogni limitazione o sequestro potrebbe avvenire soltanto su provvedimento del giudice».
«Il problema – ha ricordato Parisi – non è di poco conto, considerato che trattandosi di una piattaforma commerciale porta vantaggi economici a chi la gestisce. È giusto che vengano rimossi i video che violano apertamente le regole diffondendo fake news o incitamenti all’odio ma, allo stesso modo, bisogna rispettare le regole sulla libertà di stampa che non può essere sottoposta a limitazioni o censure. Un motivo in più, insomma, per affrontare seriamente il problema e regolamentare finalmente un settore nel quale spesso, molto spesso, quasi sempre, le logiche del profitto prevalgono sulla libertà, sul pluralismo e sul buonsenso». (giornalistitalia.it)

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Un commento

  1. I social di Meta (di cui Youtube fa parte) adottano criteri unilaterali e spesso immotivati per censurare l’informazione.
    A me è successo ben tre volte! Io personalmente, quale direttore di Helios Magazine, rivista registrata al Tribunale dal 1996, ed il sottoscritto iscritto all’ODG della Calabria, ho intervistato l’ex Presidente del Parlamento europeo e l’intervista è stata bloccata “Perchè si trattava di un personaggio pubblico!”. Analoghi provvedimenti (senza possibilità di appello!) ho subito sia da Facebook che da Instagram. Anche TikToc ha qualche volta bloccato dei mie video dello stesso tenore ma con il ricorso ho risolto. Il problema è il danno di immagine che non si è in grado di contestare. Una volta che passano 4, 5 giorni dalla pubblicazione censurata, se anche viene riammessa ha ormai perso l’efficacia dell’attualità.

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