Il presidente Philippe Leruth a Bari con Raffaele Lorusso e il Comitato esecutivo

Ifj: “Giornalista sotto scorta non è un privilegio”

Da sinistra: Raffaele Lorusso, Philippe Leruth e Michele Emiliano

BARI – «Per il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, è un privilegio» per un giornalista avere la scorta, «ma una democrazia è in pericolo quando i giornalisti devono vivere e lavorare sotto protezione». Lo ha detto il presidente della Federazione Internazionale dei Giornalisti, il belga Philippe Leruth, parlando a Bari a margine dei lavori del Comitato esecutivo della Ifj convocato, per la prima volta in una città del Sud Italia, per discutere di libertà di stampa e protezione dei giornalisti in tutto il mondo.
«I giornalisti sono bersagli speciali, diversi dai normali civili – ha rimarcato Leruth – perché quando un giornalista viene ucciso questo rappresenta per tutta la stampa una pressione ad imporsi una più forte autocensura». In Italia, ha ricordato Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, i giornalisti sotto scorta sono 21.

Il Comitato esecutivo dell’Ifj riunito a Bari

Dal capoluogo pugliese, la Federazione internazionale ha rilanciato la campagna contro l’impunità per gli assassini dei giornalisti e la proposta di una Convenzione «che l’assemblea generale delle Nazioni Unite dovrebbe adottare. Perché questo testo sia votato dall’Onu – ha spiegato Leruth – deve essere sostenuto da un gran numero di Stati e per questo inviamo una nuova sollecitazione al governo italiano: è una eccellente opportunità di dimostrare il suo impegno per la libertà di stampa e di espressione».
Nel mondo, ha evidenziato ancora il presidente della Ifj, «nove omicidi di giornalisti su dieci restano impuniti e ogni anno i giornalisti vengono uccisi per perché fanno il loro lavoro. Dall’inizio di quest’anno 13 tra giornalisti e operatori dei media hanno perso la vita, uno alla settimana, e non solo nelle zone teatro di conflitti».

I lavori del Comitato esecutivo Ifj all’Aeroporto di Bari

La riunione del Comitato esecutivo della Ifj in Puglia è stata anche l’occasione per indire una conferenza stampa all’indomani dell’arresto a Londra del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange. «Il rispetto dei diritti fondamentali, non solo come uomo, ma come whistleblower, deve essere una priorità assoluta. Julian Assange non è un giornalista ma un informatore, un “whistleblower”, appunto, per il quale la Ifj rivendica la stessa protezione dei giornalisti», ha commentato Leruth.
Presente il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per Raffaele Lorusso, «indipendentemente da quello che si pensi di Assange, sembra che nessuno si stia chiedendo se dei fatti che lui ha consentito a tutti di conoscere qualcuno dovrà mai rispondere, se ci sarà mai un capo di Stato o di governo che dovrà rispondere dinanzi a un tribunale di quello che ha fatto e che è documentato in quegli atti».

Il segretario generale della Federazione dei giornalisti somali Omar Faruk Osman con Michele Emiliano

In conclusione, ha evidenziato il segretario generale della Fnsi, «condivido la posizione di Amnesty International, perché non si può estradare una persona alla quale vengono fatte quel tipo di accuse di natura politica in un Paese nel quale, seppure non in maniera uniforme, è ancora prevista la pena di morte».
Tornando, infine, sulla situazione del settore dell’informazione in Italia, Lorusso ha osservato che «purtroppo da alcuni mesi questo governo ha messo nel mirino tante piccole realtà di questo Paese che hanno il sostegno pubblico e ora hanno ricevuto un taglio del fondo dell’editoria che sarà progressivamente azzerato. Significherà togliere voce a tante comunità che hanno nei piccoli giornali la propria unica voce».

Il segretario generale dell’Ifj Anthtony Bellanger (a sinistra) con i colleghi del Comitato esecutivo

«Il taglio al fondo dell’editoria determinerà, se non ci sarà un intervento nei prossimi giorni del Parlamento, già da giugno la chiusura di Radio Radicale, che si può definire l’altra gamba del servizio pubblico italiano», ha detto ancora il segretario Fnsi, ricordando che Radio Radicale «assicura una serie di servizi, come le dirette dei lavori delle commissioni e del Csm. Con i tagli ci saranno servizi in meno per i cittadini, occasioni in meno per essere correttamente informati e tanti posti di lavoro in meno. Questo noi non soltanto lo contestiamo ma continueremo a contrastarlo».
In ultimo il tema delle querele bavaglio «che non viene affrontato dal Parlamento, perché ci vorrebbe una norma di legge che recepisse quello che ha stabilito la Cedu, ossia – ha concluso – che quando qualcuno promuove una azione giudiziaria del tutto infondata nei confronti di un giornalista, deve essere chiamato a pagare una sanzione pecuniaria di una certa entità».

Il Comitato esecutivo dell’Ifj alla Gazzetta del Mezzogiorno con i colleghi in lotta

Prima dell’inizio della riunione del Comitato esecutivo, i 30 giornalisti provenienti da tutto il mondo, insieme con il segretario Lorusso e con il presidente dell’Assostampa Puglia, Bepi Martellotta, hanno fatto visita alla redazione barese del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno per esprimere solidarietà ai giornalisti per la situazione in cui versa il giornale. «Continuate a lottare e noi lo faremo con voi», è il messaggio portato dalla delegazione della Ifj. «Siete da ammirare perché, nonostante le condizioni in cui vi trovate, lavorate per salvaguardare l’informazione e l’opinione pubblica delle vostre regioni. Vi sosterremo anche a distanza».
I lavori del Comitato esecutivo della Ifj, riunito nel salone “Degli Ulivi” dell’aeroporto di Bari, su invito della Fnsi, sono, quindi, proseguiti focalizzandosi sulle iniziative internazionali a difesa della libertà di informazione nel mondo (giornalistitalia.it)

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