BRUXELLES (Belgio) – Le federazioni internazionale (Ifj) ed europea (Efj) chiedono di porre fine al giro di vite sui media e sull’opposizione in Turchia, che sta portando alla chiusura dei giornali e all’incarcerazione di giornalisti e sindacalisti.
“Stiamo assistendo allo strangolamento di media liberi e indipendenti in Turchia”, denuncia, infatti, il presidente dell’Ifj, Philippe Leruth, sottolineando che “i giornalisti vengono licenziati e arrestati, i media chiusi e messe a tacere le voci dissenzienti. Il mondo deve svegliarsi e chiedere che i diritti dei giornalisti e dei media della Turchia siano rispettati”.
Dal canto suo, il presidente dell’Efj, Mogens Blicher Bjerregård denuncia che “l’uso della violenza contro i giornalisti e gli operatori dei media è inaccettabile in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Quanto accaduto a Özgür Gündem, lo storico quotidiano curdo in Turchia, è inaccettabile perché, a quanto pare, le autorità stanno utilizzando lo stato di emergenza del post-golpe per attaccare tutte le voci critiche”.
Come ampiamente denunciato nei giorni scorsi da Giornalisti Italia, Özgur Gundem è l’ultimo giornale di opposizione in Turchia ad essere forzatamente chiuso in seguito alla repressione dei media sulla scia di un fallito colpo di Stato. Un tribunale di Istanbul ha ordinato la chiusura del giornale filo-curdo per la diffusione di presunta propaganda a favore del fuorilegge Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk).
Poco dopo l’annuncio della chiusura del giornale da parte delle autorità, la polizia ha perquisito la sua sede nel quartiere Beyoglu di Istanbul arrestando il redattore capo Zana Kaya ed i giornalisti Günay Aksoy, Kemal Bozkurt, Reyhan Hacıoğlu, Önder Elaldı, Ender Önder, Sinan Balık, Fırat Yeşilçınar, İnan Kızılkaya, Özgür Paksoy, Zeki Erden, Elif Aydoğmuş, Bilir Kaya, Ersin Çaksu, Mesut Kaynar, Sevdiye Gürbüz, Amine Demirkıran, Bayram Balcı, Burcu Özkaya, Yılmaz Bozkurt, Gülfem Karataş, Gökhan Çetin, Hüseyin Gündüz e Asli Erdoğan.
Quasi tutti sono stati scarcerati dal giudice del Tribunale di Istanbul tranne tre di essi, per i quali l’arresto è stato convalidato: Bilir Kaya, Inan Kizilkaya e Asli Erdoğan, consigliere d’amministrazione di Özgür Gündem.
Özgur Gundem, la cui edizione cartacea ha una tiratura giornaliera di circa 7.500 copie, è stato sottoposto a decine di indagini e subito multe, arresti e chiusure sin dal 2014.
Il 3 maggio scorso, Giornata mondiale della libertà di stampa, ha lanciato una campagna gli attacchi ai giornali e ai giornalisti, ma un Tribunale di Istanbul ha ordinato l’arresto di tre dei sostenitori, Şebnem Korur Fincancı, Erol Önderoğlu e Ali Nesin con l’accusa di “propaganda del terrore”. Dopo più di dieci giorni di carcere, i tre sono stati rilasciati in attesa di giudizio.
Dopo la chiusura di Özgür Gündem, le autorità hanno fatto irruzione, con inaudita violenza, nell’abitazione del noto giornalista, scrittore ed editore Ragip Zarakolu, che in quel momento non era in casa, sequestrando i suoi libri sui genocidi in Armenia, Assiria e Ponto. Perquisite anche le abitazioni dei giornalisti Eren Keskin e Filiz Koçali.
Insomma, dal 15 luglio scorso, ovvero dalla dichiarazione dello stato di emergenza seguito al fallito golpe, la Turchia ha chiuso più di 130 punti vendita di giornali e incarcerato più di 50 giornalisti.
Can Dündar, redattore capo di un altro giornale di opposizione, Cumhuriyet, condannato a 5 anni di carcere con l’accusa di divulgazione di segreti di Stato, è stato invece costretto a fuggire all’estero. Con una lettera dall’emblematico titolo, “È tempo di dire addio”. ha spiegato di aver “deciso di non cedere a questa magistratura, almeno fino a quando non cesserà lo stato di emergenza”. (giornalistitalia.it)