BRUXELLES (Belgio) – La Federazione internazionale dei giornalisti fa appello per un’azione internazionale a tutela e protezione dei giornalisti che coprono i drammatici eventi in Iraq e Siria – una delegazione dell’Ifj, tra cui il segretario della Fnsi Franco Siddi, è arrivata oggi a Gaza – dopo la brutale decapitazione del reporter americano Steven Sotloff.
Nel condannare la barbarie dell’uccisione di Sotloff, porgendo “le più sentite condoglianze alla famiglia e ai colleghi”, il presidente della Ifj, Jim Boumelha, sottolinea come “di fronte ad azioni così estreme e orribili, la comunità internazionale deve mostrare fermezza e non tollerare ancora più a lungo simili crudeltà”.
“Occorrono azioni di protezione dei giornalisti – incalza Boumelha – che lavorano in aree a rischio. Ed è agli stessi giornalisti che ci appelliamo affinché si assicurino di essere addestrati alla valutazione del rischio e di essere in grado di salvare la vita a se stessi e ad altri prima di partire per quelle zone. A coloro che, invece, si trovano già in tali aree – è l’accorato appello del presidente della Ifj – raccomandiamo estrema attenzione e cautela per la loro sicurezza”.
La Siria e l’Iraq restano, ad oggi, i Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti: solo quest’anno sono stati uccisi 4 giornalisti in Siria e 7 in Iraq. E c’è da credere che circa 20 giornalisti siano ancora prigionieri in quelle zone.
Dall’inizio dell’anno, sono 79, tra giornalisti ed operatori, che hanno perso la vita nel mondo “semplicemente” per fare il proprio lavoro.
La Federazione internazionale dei giornalisti ha predisposto alcune linee guida per i giornalisti che operano in aree di guerra e a rischio (http://ifj-safety.org/en/contents/international-code-of-practice-for-the-safe-conduct-of-journalism) ed un manuale in lingua araba per quei colleghi che lavorano in Medio Oriente e, più in generale, nel mondo arabo (http://www.ifj-arabic.org/page-ifj-310.html). (giornalistitalia.it)
Il presidente Ifj Boumelha fa appello ad un’azione internazionale e agli stessi reporter