PARIGI (Francia) – L’operazione delle teste di cuoio francesi dei reparti Raid è ancora in corso a Reims, capoluogo della regione Champagne a nord di Parigi. Il sito di Liberation, che aveva dato la notizia degli arresti, precisa ora che il ministero dell’Interno ha smentito e che i presunti killer – due fratelli di 34 e 32 anni, più un terzo uomo di 18 anni – sono stati “identificati e localizzati”. Secondo fonti della polizia, i sospetti sono due fratelli già noti ai servizi di sicurezza, oltre a un giovane senza fissa dimora. I due fratelli, Said e Cherif, sarebbero stati riconosciuti grazie alla carta d’identità ritrovata dalla polizia nella Citroen C3 abbandonata dagli attentatori durante la fuga vicino alla porte de Pantin, a Parigi. Il giovane complice, Amid, 18 anni, sarebbe stato alla guida delle diverse auto durante l’operazione.
Il commando ha sparato nei locali di Charlie Hebdo uccidendo 12 persone e ferendone 8. Sono caduti, sotto i colpi del commando di terroristi, Charb, il direttore, e i popolarissimi disegnatori satirici Wolinski, Cabu e Tignous. Li hanno cercati, uno per uno, in particolare Charb, autore di un’ultima vignetta tragicamente profetica, in cui scherzava su possibili attacchi terroristici imminenti in Francia. I testimoni parlano, invece, di un periodo di difese stranamente un po’ allentate al giornale, da anni nel mirino del fanatismo per le sue provocazioni contro gli estremismi religiosi di ogni tipo.
Quello contro Chalie Hebdo è il più grave attentato terroristico nel paese dal 1961. Il settimanale satirico Charlie Hebdo, noto per il suo stile ironico e provocatorio e già nel mirino dei terroristi islamici. Due uomini incappucciati hanno fatto irruzione nella sede del giornale ed hanno aperto il fuoco con i mitra, gridando “Hallah u Akbar” e uccidendo fra gli altri il direttore Charbonnier (Charb) ed e altri tre noti vignettisti Cabu, Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia, e il suo collega Tignous.
Le vittime sono un addetto alla portineria, otto giornalisti, uno dei poliziotti assegnati alla protezione del direttore Charb e un invitato alla riunione di redazione, che si trovavano all’interno, più un secondo poliziotto accorso appena dopo la sparatoria e colpito sul marciapiede di fronte all’edificio.
Posti di blocco in tutta Parigi, il governo ha deciso l’aumento del livello di allerta in tutta la regione. Gli Usa offrono aiuto per catturare i responsabili. Secondo la vignettista Coco, presente all’attacco contro Charlie Hebdo, gli attentatori “parlavano perfettamente francese e hanno rivendicato di essere di al Qaida”.
Tra le 11 e le 11.30 almeno due uomini armati entrano nella sede di Charlie Hebdo, al numero 10 di rue Nicolas Appert, nell’XI arrondissement. Subito prima, secondo quanto ha riferito un agente ai media, gli assalitori avevano sbagliato obiettivo entrando al numero 6.
Una donna ha raccontato di essere stata minacciata dai due davanti alla porta dell’edificio sede del giornale, costringendola ad aprire con il codice numerico. Una volta entrati i terroristi hanno ucciso un uomo al piano terra, poi sono saliti al primo piano.
L’attacco è avvenuto mentre era in corso la riunione di redazione del mattino, a cui erano presenti tutti i principali giornalisti e disegnatori del settimanale. All’uscita dal palazzo il mini-commando s’imbatte nella polizia. In due finiscono un agente a sangue freddo, già ferito per terra sul marciapiede e poi fuggono a bordo di una Citroen scura. Si dirigono verso nord-est e a rue de Meaux, nel XIX, vanno a sbattere contro un marciapiede.
Secondo testimoni, gli attentatori ancora armati e incappucciati sono stati costretti a lasciare la vettura incidentata e a impossessarsi di “una Clio chiara, parcheggiata lì dietro, al grido di Allah è con noi”, per riprendere la fuga verso Porte de Pantin, sempre in direzione nordest.
Le vittime dell’attacco a Charlie Hebdo, i feriti, le loro famiglie e chi è loro vicino “sono oggi i nostri eroi”, ha dichiarato in un messaggio televisivo il presidente francese Francois Hollande proclamando per domani il lutto nazionale.
Domani in Francia sarà “una giornata di lutto nazionale” e a mezzogiorno ci sarà un minuto di silenzio generale in memoria delle vittime dell’attacco a Charlie Hebdo, ha detto Hollande, aggiungendo che tutte le bandiere saranno a mezz’asta per tre giorni.
Lo scrittore Michel Houellebecq, del quale è uscito oggi “Sottomissione”, polemico romanzo sull’avvento al potere in Francia di un partito islamico nel 2022, è stato messo sotto scorta. La sua casa editrice, Flammarion, evacuata.
Charlie Hebdo, la sua satira graffiante, la voglia di scherzare su tutto e su tutti, dal Papa all’Imam, è stato ferito a morte, i suoi vertici decapitati nel mezzo della riunione di redazione del mattino. Ma la sua celebre matita, simbolo di libertà d’espressione, è stata impugnata idealmente da tutti i francesi, che la mostrano nelle loro mani levate verso l’alto, in segno di “non sottomissione”.
Il mondo, da Barack Obama a Angela Merkel, si stringe attorno alla Francia. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio ad Hollande parlando di “gesto vile ed esecrabile”, mentre Matteo Renzi, in segno di solidarietà, si è recato all’ambasciata francese a Roma: “Oggi siamo tutti francesi”, ha detto il premier. (Ansa)
Due fratelli di 34 e 32 anni e un uomo di 18 anni. 8 dei 12 morti sono giornalisti