ROMA – Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, riunito oggi in seduta plenaria con la partecipazione dei coordinatori dei presidenti regionali, ha ascoltato la testimonianza di un collega del Cdr del Tirreno, giornale di antiche tradizioni acquistato solo pochi mesi fa dal Gruppo Sae assieme alla Nuova Ferrara, alla Gazzetta di Reggio e alla Gazzetta di Modena.
Il Cnog all’unanimità ha espresso «piena, incondizionata vicinanza e solidarietà ai colleghi delle quattro testate, per le quali l’editore ha prospettato, senza possibilità di negoziato, un durissimo ricorso agli ammortizzatori sociali: cassa integrazione per 18 mesi a partire dal prossimo primo luglio, dopo aver decurtato del 30 per cento gli emolumenti dei fotografi e aver ridotto drasticamente il numero dei collaboratori. Un piano che porterà ad un impoverimento decisivo delle testata con il rischio concreto di una loro irrilevanza in un contesto dove oggi rappresentano una voce autorevole».
«Pur nella consapevolezza che i rapporti tra redazioni e proprietà costituiscano materia sindacale», il Cnog esprime «preoccupazione per i rischi di una restrizione della libertà di pensiero e della circolazione di idee in aree strategiche come la Toscana litoranea e in larghe zone dell’Emilia e Romagna. L’informazione professionale rappresenta un caposaldo della democrazia e gli editori, oltre ad assumersi il rischio d’impresa, devono accollarsi anche la responsabilità di attuare il dettato costituzionale».
«Un obbligo – sottolinea il Cnog – che sembra drammaticamente latitante in molta parte dell’informazione italiana, soprattutto in relazione alla carta stampata, che attraversa un allarmante periodo di crisi. Tanto che il Cnog auspica un intervento forte e attivo da parte del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria Giuseppe Moles, dichiarando sin da ora che seguirà l’evolversi della situazione».
Il Cnog ribadisce all’editore Sae che «la professionalità dei giornalisti rappresenta il vero plusvalore delle sue testate, nient’affatto sostituibile con algoritmi né ulteriori intelligenze artificiali. E ricorda ai direttori che la loro appartenenza all’Ordine non è formale, ma vincolante al rispetto delle carte deontologiche (carta di Firenze) e che, dunque, ancor prima di essere direttori, sono giornalisti con l’obbligo, nella fattispecie, di rappresentare e difendere le legittime istanze dei colleghi». (giornalistitalia.it)
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