CROTONE – Questa mattina è stato inaugurato il nuovo ufficio distaccato di Crotone della Soprintendenza archeologica. Un riconoscimento dovuto ad una città dalla millenaria storia di Kroton e di Crotone. Del resto pensiamo che fosse stata una scelta scellerata quella di eliminare questo ufficio da Crotone. Un riconoscimento del quale, però, tutti i meriti vanno al beneamato sottosegretario ai Beni culturali Dorina Bianchi. E nessuno dica il contrario.
Questa mattina i giornalisti sono arrivati alla fortezza di Carlo V, dove ha sede il nuovo ufficio della Soprintendenza, previa convocazione per l’inaugurazione dello stesso. Dopo aver passato in rassegna tutte le tv con tanto di interviste, dopo aver tirato giù una bandiera tricolore montata in tutta fretta e dopo gli applausi della claque (meno male che non c’era pubblico pagante), tutti dentro dove era stata allestita una saletta con sedie.
Pensavamo per la conferenza stampa e, dunque, poter fare domande. Niente affatto, perché il sottosegretario Bianchi ha tenuto a ribadire che noi giornalisti eravamo lì solo per l’inaugurazione e che non ci sarebbe stata nessuna conferenza. Peccato che pochi minuti prima la signora sottosegretario avesse fatto la sua comparsa davanti alle telecamere. Come se esistessero solo le tv e come se l’inaugurazione con coriandoli e bon bon fosse già tanto per i giornalisti.
Premesso che molti direttori di giornali ed editori hanno abituato, purtroppo, la politica in questo modo, ovvero ad essere sempre disponibili e fare pochissime o niente domande, occorre evidenziare che forse il ruolo del giornalista qualcuno continua a farlo ancora con tutti i crismi della professione e del mestiere. E se veniamo chiamati ad un evento, prima decidiamo se andarci o meno; una volta deciso di essere presenti abbiamo questa brutta abitudine di voler fare domande. Di non limitarci a prendere per buono tutto quello che ci viene propinato da fantomatici uffici stampa oppure da politici refrattari alle domande.
La signora sottosegretario in più ha anche invitato gli altri partecipanti, per esempio il soprintendente Pagano, a lasciar stare le interviste con la carta stampata e ad andare via con lei, mentre un assessore regionale, Antonella Rizzo, ultimamente presente in ogni dove, annuiva all’invito della Bianchi. Dopo un bel po’ di tempo passato anche a far capire che c’era gente andata lì non per perdere tempo, e nemmeno per applaudire e raccogliere le caramelle e i bon bon, l’onorevole Bianchi ha comunicato che la conferenza stampa si poteva finalmente tenere.
Noi, per esempio, avremmo voluto chiedere al sottosegretario ai Beni culturali come mai un presidio di cultura come il Bastione Toledo è ormai chiuso da oltre dieci anni. Sembra che alla base della chiusura ci sia un intervento dell’allora Amministrazione comunale che avrebbe provocato un danno piuttosto che un beneficio. Un intervento che avrebbe aperto un contenzioso con la famiglia che abita la parte confinante con Bastione Toledo. Da quello che è dato sapere la famiglia in questione è quella di origine del sottosegretario Bianchi. E allora avremmo voluto chiedere all’onorevole Dorina Bianchi, che resterà in carica per altri 7-8 mesi, se in questo periodo magari si poteva raggiungere un qualsiasi accordo per poter riaprire uno storico presidio culturale della città che invece è chiuso da tempo immemore. Così come avremmo voluto chiedere un suo parere sul Mack (museo d’arte contemporanea) di Crotone, abbandonato a se stesso e che contiene opere di assoluto valore. Lo avremmo voluto chiedere questa mattina, ma ormai il clima non sembrava ideale, per questo lo facciamo ora.
Poi avremmo voluto chiedere anche all’assessore regionale all’Ambiente come mai nessun rappresentante del Comune di Crotone era presente a questa inaugurazione stamattina. Eppure si parla anche di Antica Kroton, oppure i membri della maggioranza del Consiglio comunale preferiscono parlarne nelle segrete stanze dell’Antica Kroton? Specie se c’è da inserire qualche incarico di tecnico nel milionario progetto? Come al solito resta la grande amarezza di un territorio continuamente penalizzato da beghe politiche di bassissimo rango.
Del resto c’è chi si ostina a parlare di Parco archeologico di Capo Colonna che, di fatto, parco non è? Il vero problema archeologico di Capo Colonna sta proprio nel fatto che è un parco solo sulla carta.
E, infine, mi rivolgo ai miei colleghi: io lo so che voi scriverete i vostri articoli in maniera asettica e senza riportare una sola riga di quanto accaduto; non giudico anche se non condivido. Vorrei solo ricordarvi, però, che non sempre ci sarà qualcuno disposto a fare le battaglie e che di quelle sacrosante battaglie per la libertà di informazione i benefici li traete anche voi. Quella dei giornalisti, al di là della Carta di Firenze e di tanti altri buoni propositi, non potrà mai essere una categoria rispettata se si continua a fare gli zerbini del potere e non già i cani da guardia. Penso ai tanti miei colleghi massacrati per avere tenuto la barra dritta, anche contro i poteri più forti.
Bruno Palermo
Commento e indignazione sacrosanti. Poco tempo fa ho fatto uguali riflessioni ad alta voce – dicendole a “conferenza stampa” conclusa direttamente agli interessati, che l’avevano convocata SOLO per aver subito critiche dai colleghi.
Urgono provvedimenti. Quando chiamano facciamogli chiarire che le conferenze stampa sono confronti (domande e risposte) con i giornalisti, non dichiarazioni ad un microfono (ed a tecnici che glieli reggono). Se vogliono rilasciare solo dichiarazioni basta chiarirlo, ma non mascheriamole da conferenze stampa.