ROMA – «Anche a me venne proposto tempo fa di dirigere una rivista specializzata di natura giuridica: mi fu chiesto di trasformare la rivista, varando un progetto innovativo al passo con i tempi. Io risposi che la rivista era prestigiosissima, ma che occorreva dare nuova linfa alla carta: ne è nato un progetto che, a tutt’oggi, unisce la realtà telematica a quella cartacea e che non si basa esclusivamente sul finanziamento pubblico».
Una premessa, quella del premier Giuseppe Conte alla conferenza stampa di fine anno nella Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio, per tirare dritto, un attimo dopo, al nocciolo della questione: «C’è massimo rispetto della libertà di stampa, – ha precisato il premier, incalzato dai giornalisti e dal presidente dell’Ordine Carlo Verna, – e non si può parlare di un attentato alla libertà di informazione, nonostante lo scambio dialettico che c’è stato con il governo, a tratti anche vivace. Siete stimolati, piuttosto, a realizzare i servizi che ci offrite anche attraverso canali diversi dal finanziamento pubblico: se vi ingegnate un attimo, credo che possiate trovare altri canali, grazie alle vostre capacità».
«Occorre trovare strumenti alternativi per finanziare l’attività editoriale», ha chiosato Conte, che ha assicurato: «Ci piace tutelare la libertà di informazione dall’interno, a cominciare dalla libertà del giornalista dentro la redazione: pensiamo all’equo compenso, alla querela giudiziaria utilizzata a scopo intimidatorio. Affrontiamo, però, tutti questi temi con molta franchezza e serenità».
«Costruiamo insieme un tavolo di riflessione, – ha ribadito Conte, rispondendo ad un’altra domanda – lasciateci poi adottare qualche misura a sostegno del pluralismo dell’informazione e vedremo davvero se questo governo è contro la libertà e il pluralismo dell’informazione». (giornalistitalia.it)
Lorusso: “Provvedimento ispirato a ragioni ideologiche”
ROMA – “Gli equilibrismi verbali del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non cambiano la sostanza delle cose: i tagli al fondo per l’editoria produrranno la chiusura di numerose testate e la perdita di posti di lavoro. Al di là dei tentativi del premier di cambiare le carte in tavola, resta infatti la drammatica realtà di un provvedimento ispirato da ragioni ideologiche e che ha preso corpo con chiari intenti ritorsivi nei confronti di chi fa informazione liberamente. Restano gli appelli e i moniti del presidente della Repubblica sul ruolo della stampa e sulla necessità di salvaguardare il pluralismo: se il presidente Conte li avesse letti, si sarebbe reso conto che nella conferenza stampa di oggi avrebbe fatto meglio a tacere”. Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.