Il direttore del quotidiano di Catania spiega l’immutata voglia di raccontare il territorio

I 75 anni de La Sicilia: “fieri di dare voce all’Isola”

CATANIA – Settantacinque anni fa, nel cuore barocco di Catania, un mostro di ferro che adesso faticheremmo a chiamare rotativa e che però farebbe la fortuna di collezionisti e musei, stampava un foglio, la prima e unica pagina de “La Sicilia”.
La scorsa notte, alla zona industriale di Pantano d’Arci, la pronipote di quella macchina ha sfornato 88 pagine full color, ideale prosecuzione di quella prima edizione. 1945-2020, 75 anni, appunto, arco temporale in cui il mondo, questa terra, le nostre città, le nostre abitudini, le nostre sensibilità, insomma le nostre vite, sono cambiate più e più volte. Immutata è rimasta la voglia di raccontare il territorio, le cronache di ogni colore, l’ambizione di dare voce e occhi e orecchie ai siciliani tutti.

Antonello Piraneo

Ma questi che viviamo, purtroppo, non sono giorni di festa. Attorno a noi c’è angoscia, paura, spaesamento. E non intendiamo distrarci da ciò che il dovere di giornalisti ci impone di fare oggi, a maggior ragione oggi: garantire un’informazione corretta, puntuale, utile per sapere, capire, comprendere, riflettere. Non a caso le edicole restano aperte, perché lì si trovano quelli che sono beni di prima necessità, i giornali, «che sono antidoto alle fake news in fasi drammatiche come questa», ha detto e ribadito il sottosegretario all’editoria, Andrea Martella. Parole importanti di cui ci si dovrà ricordare sui tavoli degli aiuti ai lavoratori e alle imprese.
Ci sarà tempo per fare festa e incontrarci nelle piazze, nelle università, nelle scuole e nei teatri con la mostra di una selezione delle prime pagine più significative di questi 75 anni e gli eventi che abbiamo programmato e necessariamente “congelato”, in attesa che questa emergenza finisca. Perché finirà. #Andràtuttobene, scrivono milioni di italiani chiusi in casa e confinati in balcone, come ordinano le regole e consiglia il buonsenso.
Questi 75 anni, questo 15 marzo 2020, allora, soltanto come occasione per riaffermare una volta di più il nostro ruolo di amplificatori delle esigenze del territorio. Parlare di noi significa parlare di voi. Un ruolo legittimato dal consenso diffuso che sentiamo ogni giorno, aiutati dal poter guardare occhi negli occhi tutti, intanto i nostri lettori.
Un giornale non è soltanto la sommatoria di fatti e opinioni. È una sponda cui appoggiarsi quando c’è da reclamare l’affermazione di un diritto e quindi di un pezzo di vita, è un fattore importante nella costruzione di un’identità in cui riconoscersi, è un’agorà cartacea e virtuale in cui incontrarsi: per discutere, confrontarsi, litigare, vivere.
Da 75 anni miriamo a fare questo e ce lo proponiamo anche adesso, nonostante i marosi della crisi dell’editoria tutta, il trauma della confisca della testata con la conseguente amministrazione giudiziaria, gli schizzi di fango, l’attesa per la sentenza d’appello, l’ininterrotta stagione di sacrifici che però non fiacca la redazione e tutte le altre componenti della filiera che alla fine di una giornata di lavoro portano “La Sicilia” in edicola o sul web.
Qui siamo e qui resteremo, moderni centurioni senza trincee da difendere se non la professione e il lavoro, se voi lettori vorrete. In fondo è già tempo di pensare ai nostri primi ottant’anni.

Antonello Piraneo
direttore de “La Sicilia”

Martella: “Ecco perché abbiamo tenuto aperte le edicole”

Il compleanno della vostra testata cade in un momento molto difficile per l’Italia e per tutti gli italiani. Settantacinque anni sono davvero un bel traguardo. Quindici lustri in cui avete accompagnato i lettori nel racconto di ciò che accade nella vostra Sicilia e nel nostro Paese. Un racconto che è partito dall’immediato dopoguerra e che arriva fino ad oggi, al tempo del coronavirus. Questo perché voi rappresentate quel profilo di stampa capace di declinare una dimensione territoriale, facendone una voce riconoscibile. E non solo per il titolo della testata.

Andrea Martella

Grandi firme, poi affermate a livello nazionale, si sono formate da voi. La Sicilia è un territorio straordinario, un unicum con le sue luci e purtroppo anche con le sue ombre, che non avete rinunciato a segnalare. La stampa, d’altra parte, ha un grandissimo ruolo, che dobbiamo tutelare. Un ruolo sancito dalla Costituzione, che le assegna quella funzione di pubblico servizio che in questi giorni stiamo riscoprendo essere più prezioso che mai. Informare le persone mentre sono costrette a casa, mentre rinunciano per la salute pubblica del Paese alla loro vita sociale, è un servizio pubblico primario. Un’informazione di qualità e professionale è strategica anche e soprattutto in una battaglia come quella che stiamo affrontando.
Ecco perché abbiamo tenuto aperte le edicole e preservato dal blocco la filiera della stampa. Il giornale, dai giornalisti agli stampatori fino agli edicolanti, è un bene pubblico. Ne sono convinto più che mai. In questi mesi di responsabilità di governo abbiamo cercato di dare risposte a una crisi che viene da lontano. Abbiamo evitato i tagli ai contributi già previsti, assicurato misure di sostegno a giornalisti e poligrafici coinvolti in processi di ristrutturazione aziendale.
Abbiamo stanziato 20 milioni di euro annui per promuovere la lettura nelle scuole. Tutto ciò nella prospettiva di una riforma di sistema che abbiamo chiamato Editoria 5.0. Una riforma che assicuri forme stabili di sostegno diretto e indiretto, che accompagni il processo di modernizzazione e digitalizzazione senza dimenticare la carta, che sostenga l’impresa di filiera. L’informazione è un segmento strategico non solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto per la qualità della democrazia.
Per questo l’augurio, sincero e non di rito, che mi sento di formulare a “La Sicilia” per il suo 75° compleanno è semplicemente quello di continuare a raccontare una terra meravigliosa e ad accompagnare la storia di questo Paese, a partire da questo momento così difficile, dal quale usciremo tutti insieme.

Andrea Martella
Sottosegretario all’Informazione e all’Editoria

 

 

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