Mimmo Nunnari racconta la grande storia d’amore tra i suoi genitori

Guerra e amore nell’Italia di Mussolini

Domenico Nunnari e la copertina del suo ultimo libro

REGGIO CALABRIA – «A Bagnara, tra i più anziani, qualcuno li ricorda ancora, don Peppino e la signora Mimma, mano nella mano, come fidanzati, a passeggio sul lungomare, o sulla strada di Favazzina, il piccolo borgo confinante con Scilla baciato dal sole, tra limoneti e vigneti, di fronte all’imbocco dello Stretto».

Giuseppe Nunnari

Erano i genitori del giornalista e scrittore Mimmo Nunnari che, nel suo ultimo libro “Guerra e amore nell’Italia di Mussolini” (Rubettino, 182 pagine, 16 euro) ricostruisce con una dolcezza inimmaginabile, la storia d’amore nata tra suo padre Giuseppe, nato nel 1910 a San Giuseppe Borghi, e sua madre Mimma Barbieri, nata anche lei nello stesso anno a Catona, sullo sfondo la Seconda Guerra Mondiale.
Un Natale di guerra, un Natale di privazioni collettive enormi, ma soprattutto per Giuseppe e Mimma un Natale di grandi passioni personali e di grandi legami familiari. Un libro avvolgente, pieno di tenerezza, intriso di amore filiale, e soprattutto infarcito di mille ricordi privati e inediti, partendo proprio da una lettera di Natale che suo padre scrisse a sua madre dal fronte di guerra nel Natale del 1939.
Ecco la lettera: «Zliten (Libia) 20 dicembre 1939. Caro amore, speravo di partire la sera del 16 dicembre e finalmente poterti riabbracciare, invece è arrivato l’ordine che per gli autieri la licenza per rientrare a casa è sospesa. Immagina un pò il mio cuore, nel sentire questa nuova.

Mimma Barbieri

Oltretutto a me ed ai miei compagni ci è toccato accompagnare a Tripoli quelli che sarebbero dovuti andare in licenza dopo di noi. Loro sono partiti e invece noi no! Ti dico tutto questo per farti capire quanto è grande la mia … fortuna. Perciò bisogna pazientare ancora, sperando che tutto vada bene. Per quanto, sicuramente, la presente non arriverà in tempo per le feste, ti auguro un buon Natale, unitamente alla tua famiglia. Io, il Santo Natale lo passerò qui, sotto la mia tenda, nella mia solitudine, come altri tre ne ho già passati. Invio saluti a tutti i tuoi e te, uniti a baci. Tuo Peppino».
Sembra quasi una favola questa storia, ma lo scrittore avverte: «Ce ne sono tantissime di lettere d’amore come questa, di mio padre a mia madre». Ma quella lettera di Natale, 4 anni fa in piena pandemia, Mimmo Nunnari decide di affidarla alla rubrica di Concita De Gregorio, “Invece Concita” che la pubblica il giorno dopo su la Repubblica.it con il titolo “Le privazioni del Natale”. Era il 24 dicembre 2020.
«Quel pezzo apparso su la Repubblica – ricorda Mimmo Nunnari – ebbe decine di commenti nell’edizione on line del giornale, quasi tutti di lettrici e lettori che nelle loro famiglie avevano vissuto l’esperienza di genitori o nonni a cui la guerra aveva sottratto gli anni magici della giovinezza. Uno stimolo, quegli apprezzamenti, per convincermi che dovevo finire il mio romanzo. “Guerra e amore nell’Italia di Mussolini” non poteva più aspettare».
Un romanzo questo di Mimmo Nunnari che nasce, dunque, quasi per caso.
«In quei giorni di piena pandemia e di polemica insensata sulle “privazioni” che il governo ha provato a imporre per il Natale, ho pensato ai miei genitori, appartenenti ad una generazione di uomini e donne, a cui la guerra voluta da Mussolini ha rubato gli anni migliori della giovinezza. Sono stati ragazzi o adulti, i soldati, che per lunghi anni sono rimasti forzatamente separati dai loro amori, dai loro affetti, dai loro interessi.

Giuseppe Nunnari

E quando sono tornati, quelli che sono tornati, perché migliaia e migliaia sono morti in battaglia, si sono fatti carico della ricostruzione di un Paese come l’Italia, umiliato dal fascismo, sommerso da macerie fisiche e morali come mai era accaduto prima, neanche dopo la Prima guerra mondiale. Sono allora andato a cercare la lettera che mio padre aveva spedito all’allora sua fidanzata, Mimma, poi diventata sua sposa, alla fine della guerra, quando lui dopo la coda di un’umiliante prigionia in mano degli inglesi, prima in Sudafrica e poi nella Scozia meridionale, era finalmente tornato a casa».
È il piccolo mondo antico di Mimmo Nunnari, che per la prima volta si scopre e si racconta, esaltando la magia della famiglia dove è nato e dove è cresciuto e che gli ha poi permesso di realizzare il suo sogno impossibile, che era appunto quello di diventare giornalista. E quelli erano temi in cui, o avevi un padre che già lo faceva, o forse era meglio mollare e cambiare strada. Lui alla fine c’è arrivato da solo e lo stesso, conquistando ruoli di grande prestigio e rilievo professionale, per lunghi anni vice direttore della Tgr Rai con Angela Buttiglione direttore di Testata, e prima ancora per lunghi anni caporedattore della Sede Rai della Calabria, autore oggi di decine di saggi interamente dedicati al Mediterraneo e al Sud del Paese.
«Per più di dieci anni – ricorda Mimmo Nunnari – mio padre e mia madre non si erano visti. Il loro amore si era mantenuto saldo con la corrispondenza, con le lettere d’amore dal fronte che avevano supplito all’assenza.

Mimma Barbieri

Sono centinaia queste lettere, che poi mi hanno dato lo spunto per questo mio nuovo libro. La lettera che sono andato a cercare è della vigilia del Natale 1939 e mi ha aiutato a riflettere sulle polemiche per le “privazioni” del Natale 2020 e soprattutto sull’insensatezza della guerra nell’Italia di Mussolini».
Un libro, questo di Mimmo Nunnari, che è anche la condanna tout court della guerra, e di ogni altra forma di violenza: «C’è stata una generazione, quella dei nostri genitori o dei nostri nonni, a cui la guerra voluta da Benito Mussolini rubò gli anni della gioventù e i sogni sul futuro. I maschi, andarono al fronte a combattere e le donne, mogli, fidanzate, innamorate, rimasero ad aspettare ansiose il loro ritorno, pregando ogni giorno che tornassero vivi e sapendo che in seguito avrebbero dovuto portare, incise nell’anima, le ferite e le cicatrici più profonde di quella guerra assurda e stupida, come lo sono tutte le guerre».
Sullo sfondo della Campagna d’Abissinia, della Seconda guerra mondiale e del Sud dell’eterna solitudine, prendendo spunto dalle centinaia di lettere d’amore inviate dall’Etiopia, dal fronte in Libia e dalla prigionia in Sud Africa e Inghilterra dall’autiere Giuseppe Nunnari alla fidanzata Domenica Barberi, l’autore narra i lunghi e tormentati anni della separazione forzata dei due innamorati che, come milioni di altre coppie della loro generazione, sopravvissero solo grazie al loro amore saldo e resistente, che vinse sulla follia degli uomini che scatenarono la guerra.

Mimma Barbieri e Giuseppe Nunnari

Dolcissimo il ricordo di quel loro primo bacio sul mare dello Stretto che al rientro dalla guerra suggellerà per sempre la loro love story.
182 pagine, una nota introduttiva e un prologo ai 17 capitoli diversi del volume, ma è quanto basta per capire cosa troveremo dentro queste pagine: La vita ricomincia, Si parte per l’Abissinia, Il sogno del posto al sole, L’euforia per le colonie, I soldi del Sud dirottati in Africa, Breve tregua, Libia bel suol d’amore e disperazione, La notte su Zliten, Popolo italiano corri alle armi, Mussolini in Calabria, La morte di Italo Balbo, Prigionieri degli inglesi, La guerra sbarca al Sud, Ancora campi di concentramento, Il ritorno a casa, I fantasmi del passato, e infine L’ansia di rinascita.
Pur narrando una storia familiare, contestualizzata negli anni del secondo conflitto mondiale e dell’immediato dopoguerra, Nunnari ha scelto di ampliare il campo di osservazione allo scopo di raccontare le vicissitudini di un’intera sfortunata generazione di giovani uomini e donne a cui la guerra di Hitler e Mussolini rubò gli anni migliori della gioventù, quelli magici e irripetibili.
«Si tratta di quella generazione – spiega – che, malgrado privazioni e umiliazioni, quando tutto finì scrisse quella straordinaria pagina della ricostruzione nazionale che consentì all’Italia di rinascere dalle macerie della guerra».

Mimmo Nunnari con papà Giuseppe e mamma Mimma

– Ma che fine hanno fatto le lettere d’amore di cui parla l’autore?
«Oggi, le lettere d’amore che avevano colmato il vuoto della lunga e angosciante separazione di mio padre e di mia madre e che erano il romanzo della loro vita, sono gelosamente custodite non più nella vecchia scatola di cartone delle scarpe, ma in un cofanetto ornato di amorini e cuoricini.

Roberta Nunnari

Così ha deciso l’unica nipote, Roberta, giornalista, che le ha catalogate dividendole per annata e avvolte con nastrini dorati al tempo in cui aspettava il suo primo bambino. Lo ha chiamato Giuseppe in onore e in memoria del nonno mai conosciuto, perché scomparso pochi mesi prima della sua nascita. Così anche la valigia di ferro brunito, con cui mio padre ritornò dalla prigionia, accuratamente restaurata, è conservata insieme ad altri oggetti simbolo della sua esistenza. Accanto c’è la vecchia Singer della mia mamma. Sono, questi pochi oggetti, insieme alle lettere, l’eredità più preziosa di una vita che valeva la pena di vivere sotto il cielo del tempo».
Un libro da leggere, che Mimmo Nunnari dedica a Caterina, il grande amore della sua vita, e che secondo noi meriterebbe oggi, senza ombra di dubbio, un premio letterario di primissima fila. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

CHI È MIMMO NUNNARI

Mimmo Nunnari, giornalista professionista iscritto all’Ordine della Calabria dal 24 maggio 1975, è stato caporedattore della Sede Rai della Calabria e vicedirettore della Tgr Rai. Ha insegnato Teoria e Tecnica del Giornalismo nell’Università di Messina e Sociologia dei processi culturali e comunicativi nell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.

Mimmo Nunnari immortalato tra le meraviglie della sua Calabria

Ha collaborato con i quotidiani Avvenire, Il Giorno, Il Mattino, Il Sole 24 Ore, Gazzetta del Sud e Quotidiano del Sud. Tra i suoi libri: Nord Sud l’Italia da riconciliare (1992); Storia della rivolta di Reggio (2000); Dal giornale al portale (2004); Media arabi e cultura nel Mediterraneo (2009); Viaggio in Calabria, dalla Magna Grecia al Terzo Millennio (2009); La lunga notte della rivolta (2010) e La Calabria spiegata agli italiani (2017); Destino Mediterraneo (2019); Elogio della Bassitalia (2020); Lo Stivale spezzato (2022); Guerra e amore nell’Italia di Mussolini (2023). Ha ricevuto i premi Capri San Michele, Amantea, Caravella del Mediterraneo di Bari, Palmi e Costa Smeralda. (giornalistitalia.it)

PROSSIMA PRESENTAZIONE IL 2 MARZO A BOVALINO

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