BOLOGNA – Massima attenzione al quotidiano cartaceo tradizionale ma, soprattutto, al digitale partendo dalla prossimità e dall’informazione locale per arrivare a una produzione di contenuti multimediali, con un centro di produzione di audiovisivi che raccontino e esaltino la territorialità. Oltre a una scuola di giornalismo digitale e una start-up pensata come una sorta di acceleratore del mondo digitale. Questa la parabola disegnata dal Gruppo Sae-Sapere Aude Editori, nuovo editore de “Il Tirreno”, “Gazzetta di Modena”, “Gazzetta di Reggio” e “la Nuova Ferrara” i cui vertici hanno presentato le strategie editoriali e industriali.
«Nel nostro agire – spiega il direttore operativo di Sae, Luca Baldanza – avremo sì massima attenzione al cartaceo», ossia alla tradizione dei quattro quotidiani, ma «in particolare, al digitale», fondamentale «per raccontare il territorio e avere una relazione stretta con i lettori. Contiamo di diventare anche produttori di eventi e di contenuti multimediali», dai video ai podcast tanto che – aggiunge – «si sta cercando una location per una centrale di produzione di audiovisivi che sappiano esaltare la territorialità».
Punti, viene sottolineato, cui vanno aggiunti la volontà di dare vita a «una scuola di giornalismo digitale e a un acceleratore del mondo digitale».
Sul fronte editoriale «siamo dei giornali che raccontano il locale e si fanno portatori di esigenze e istanze locali – osserva il presidente e amministratore delegato del gruppo, Alberto Leonardis –, inoltre siamo una società che segue una linea editoriale di contrasto al privilegio: credo ci sia una forte esigenza di interpretare le nuove debolezze e le nuove povertà diverse dall’era pre-Covid».
Poi, argomenta ancora, «mi sembra importante raccontarci per quello che siamo: siamo editori puri. Non abbiamo interessi in Toscana né in Emilia-Romagna che non siano quelli di fare e realizzare un progetto editoriale che ci permetta di avere dei margini e realizzare un sogno. E continueremo a fare gli editori che credono nell’editoria fuori da interessi particolari».
Sul fronte dell’editoria «c’è un tema che riguarda la democrazia. Ogni voce che si spegne in questo Paese, come in qualsiasi democrazia, diventa un problema. Ma c’è un problema che dovremo affrontare sul tema digitale: le elezioni americane, se mai ce ne fosse bisogno, ci dimostrano che c’è bisogno di mettere regole. In quel campo oggi senza regole che è tutto il tema del digitale e affini». Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, intervenendo alla tavola rotonda “Dall’informazione locale al futuro: l’editoria italiana tra crisi e nuove sfide” promossa dal Gruppo Sae-Sapere Aude Editori.
«Noi – ha osservato il governatore – rischiamo che regole che valgono nella competizione informativa degli strumenti tradizionali vadano fuori controllo» per quanto riguarda il digitale. «E sarebbero guai per tutti anche dal punto di vista delle fake news e della qualità dell’informazione».
«Noi abbiamo bisogno di stare sui social network. Il tema – ha detto ancora Bobaccini – è il come. Penso che abusarne ti si ritorca contro prima o poi, come stiamo vedendo in diversi casi, però stare sui nuovi strumenti di informazione è assolutamente necessario».
«Poi – ha aggiunto – su TikTok non mi vedrete mai: bisogna distinguere anche gli strumenti per non diventare, a volte, persino ridicoli».
Nel mondo dell’editoria «dobbiamo pensare positivo. Non riusciamo soltanto con le nostre forze: abbiamo bisogno delle istituzioni, abbiamo bisogno di loro, di più aiuti per portare il nostro modello cartaceo online. Occorre costruire ancora di più un rapporto con la politica: quello che chiediamo è che tutta la carta stampata, online e carta, sia sostenuta dal prossimo Governo ancora maggiormente da quello che è stato fatto nel passato». Queste le parole del presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, intervenuto alla tavola rotonda. (ansa)