COSENZA – Ci vorranno almeno altri sessanta giorni per capire le sorti del Gruppo editoriale C&C che, fino al 2014, ha editato il quotidiano d’informazione regionale “L’Ora della Calabria”, già “Calabria Ora”.
L’azienda, in liquidazione dal febbraio 2014, ha chiesto al giudice Francesca Goggiamani di poter effettuare una nuova proposta di concordato ai lavoratori (in passato è stato proposto il 30% di tutto il dovuto, proposta rimandata al mittente da tutto il personale dell’azienda), a cui spettano tre stipendi e il trattamento di fine rapporto.
Una trentina di dipendenti ha, per questo motivo, prima presentato un decreto ingiuntivo relativo ai pagamenti e poi richiesto il fallimento.
Il Gruppo editoriale C&C guidato dal giovane editore Alfredo Citrigno (figlio di Pietro, che in passato era a capo delle aziende proprietarie del quotidiano “Calabria Ora”), è passato poi nelle mani del liquidatore Giuseppe Bilotta che, dopo lunghe e estenuanti trattative e solo grazie ad una decisa azione del Sindacato Giornalisti della Calabria, ha mandato in cassa integrazione giornalisti, poligrafici e amministrativi. Ammortizzatore sociale che terminerà a giugno 2016.
Il liquidatore Bilotta bloccò l’uscita del giornale allora diretto da Luciano Regolo il 19 aprile 2014, durante uno sciopero indetto dai giornalisti che chiedevano chiarezza sul proprio futuro professionale dopo che la Dda sequestrò beni per 100 milioni di euro alla famiglia Citrigno (patrimonio oggi dissequestrato). Il giornale chiuse nel suo momento di maggior popolarità: due mesi dopo il “caso del cinghiale ferito”.
Il giornale di Regolo, il 18 febbraio 2014, non uscì in edicola perché lo stampatore Umberto De Rose bloccò le rotative fingendo un guasto. Guasto che una perizia tecnica effettuata da esperti nominati dal Tribunale di Cosenza non ci fu.
Il quotidiano calabrese quella mattina metteva in prima pagina la notizia di un’indagine a carico di Andrea Gentile (oggi prosciolto da tutte le accuse), figlio del senatore Tonino Gentile (oggi nominato nuovamente sottosegretario dopo essersi dimesso da questo stesso incarico nel 2014 quando la carica arrivò in pieno Oragate).
De Rose, dopo aver tentato verbalmente di impedire la pubblicazione della notizia in una ormai memorabile telefonata con Citrigno jr e registrata dal direttore, non fece mai uscire quella edizione de “L’Ora della Calabria”. Fra sessanta giorni si conoscerà il destino della Gruppo editoriale C&C. (giornalistitalia.it)