ROMA – Si chiude con un accordo da 130 milioni la disputa fra Google e il fisco britannico: l’assegno coprirà gli arretrati degli ultimi dieci anni mentre a partire dal 2015 il colosso del web vedrà un incremento della tassazione sui profitti nel Regno Unito.
Annunciando la svolta un portavoce di Google ha ammesso che la società “pagherà le imposte sulla base delle entrate generate dagli inserzionisti che hanno sede nel Regno Unito, così da riflettere la dimensione della nostra attività” nel paese.
Il portavoce di Google confermato che la società pagherà 46,2 milioni di sterline di tasse sui 106 milioni di profitti ottenuti nel Regno Unito nei 18 mesi da gennaio 2014 a giugno 2015, nonché imposte arretrate dovute per il decennio precedente.
Raggiunto a Davos il cancelliere allo Scacchiere George Osborne ha definito l’accordo “un grande successo della nostra politica fiscale: penso sia un grande passo in avanti che risponde alla legittima irritazione pubblica sul fatto che le grandi multinazionali non abbiano pagato” le imposte dovute.
Un portavoce dell’HMRC, l’agenzia delle entrate britannica, ha ricordato come “la nostra attività di controllo ha portato a 26 miliardi di tasse in più nel 2015, di cui 7,3 pagati dalle società più grandi”.
Più scettico John McDonnell, cancelliere ombra del Labour, che ha auspicato l’apertura di un’inchiesta ufficiale sulla trattativa, aggiungendo che il fisco sembra aver optato per un “pagamento relativamente insignificante” per chiudere l’indagine su Google.
In passato aveva destato indignazione la scoperta che il colosso del web nel solo 2012 avesse pagato al fisco britannico 11,6 milioni di sterline nonostante un fatturato nel Regno Unito di 3,4 miliardi. (Adnkronos)
È l’esito dell’accordo raggiunto tra il colosso del web e il fisco britannico